giovedì 3 gennaio 2013

La recessione indotta

La questione sociale è stata creata per un assurdo aumento di tre punti in pochi mesi della fiscalità. Che ha ridotto il reddito disponibile, bloccato i consumi, ridotto l’attività, aumentato la disoccupazione, ridotto ulteriormente il reddito disponibile, etc..Un incremento assurdo della fiscalità indiretta, quella che pesa su tutti, e proporzionalmente più su chi meno ha, e non progressiva. E di quella diretta. Progressiva, ma solo sulla fascia media. Tutti i redditi medi hanno subito salassi Irpef, nazionali e locali, tra i 1.500 e i 2.000 euro annui. Mentre l’aggravio dell’imposizione indiretta, tasse, accise, tariffe, ha pesato per altrettanto. Tutto ciò senza incidere sul debito, che è aumentato di 35 miliardi.  
È la prima recessione vera, e severa, della storia della Repubblica. Negli anni 1992, dopo la svalutazione della lira, e malgrado i tagli all’occupazione, la produzione si mantenne comunque indenne. Mentre quella del 2008-2009 è stata più lieve, e provocata da una generale recessione internazionale. Quella in atto è severa, è italiana, è provocata dal governo.
Una recessione indotta, con un’azione distinta del governo, porrà probabilmente Monti negli annali: ancora non era stata registrata. Senza un effetto positivo, di nessun genere. Lo spread si è ridotto ma il debito resta eccssivo, e il suo costo pure – lo spread non è l’interesse, è un indicatore per chi compra e vende titoli professionalmente.

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