Si ripubblica, a
quindici anni dalla prima edizione italiana, un vero “manuale d’amore”. Pieno di
verità che, sfrondate dal pensiero Perugina, sembrano incontrovertibili. Ci
sono tre tipi di amore: istintivo,
chimico, o meglio alchemico, che procede secondo affinità; emozionale, delle disaffinità e incongruenze, l’amore che finisce in
odio; cosciente, raro tra gli esseri
umani, più nel regno animale o vegetale, che non appare e non accade per caso, è
un’opera d’arte, richiede studio e applicazione. Ma, poi, l’amore sempre vuole
applicazione: “L’amore senza conoscenza e senza potere è demoniaco. Senza conoscenza può benissimo distruggere l’amato…
E senza potere l’innamorato può diventare il più infelice degli esseri poiché
non può dare ciò che desidera”. I punti saldi sono numerosi. “La fondamentale
verità dell’amore è che esso crea, sempre”, e talvolta procrea. Nel senso di
“condurre alla ri-nascita, alla
fanciullezza spirituale”, anche nella procreazione. È il ringiovanimento
costante, la “divina giovinezza”. Il “catalizzatore d’amore”, nella figura dei trovatori.
La pubblicazione
si avvale anche di un saggio sulla religione e di uno breve sull’anima, nonché
di una conversazione con Katherine Mansfield. Ed è introdotta da un’ottima
biografia breve di Stanley C. Nott. Il tutto si configura nell’esoterismo,
nella lunga frequentazione di Gurdjieff, tramite Uspensky, per il quale Orage
visse e lavorò dieci anni a New York. Ma è redatto saldamente a Londra, al
ritorno da New York nel 1932, due anni prima dell’improvvisa morte, quando
lanciava “The New English Weekly”, dopo il lungo successo di “The New Age”, e
ritrovava le amicizie di Shaw, Eliot, Pound, e la Mansfield che per primo aveva
pubblicato dieci anni prima, nel suo ruolo riconosciuto di rianimatore delle
lettere inglese nel primissimo Novecento.
Alfred R. Orage,
Amore cosciente, Estrella de
Oriente, pp. 78 € 12
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