sabato 5 gennaio 2013

L’evasore è lo Stato concussore

Secondo le stime ufficiali di giugno (nota di aggiornamento al Def), nel 2012 la pressione fiscale avrebbe dovuto toccare  nel 2012 il 44,7 per cento, con un balzo di 2,2 punti rispetto al 2011. Cioè 35 miliardi in più, con 1.450 euro di aggravio per famiglia. Ponendo l’Italia al terzo posto per le tasse della graduatoria europea, dopo Danimarca e Svezia, e con un distacco di ben 5 punti rispetto alla pressione fiscale media nella stessa Ue.
In realtà è peggio. Sempre secondo le stime del governo, infatti, nel 2013 la pressione fiscale aumenterà ancora, portandosi al 45,3 per cento. Cifra verosimile a questo punto per difetto. Monti evita l’aggiornamento al Def, ma si sa che la pressione fiscale è salita nel 2012 al 45,2 per cento con l’ennesima rimodulazone dell’Imu, e con le tasse si conti in banca. Così la stimano Confindustria e Confcommercio. E che salirà attorno al 46 a giugno, con la riduzione o cancellazione delle spese deducibili ai fini dell’Irpef. A nessun effetto: il debito aumenta, i servizi pubblici sono tagliati – una forbice che è spia certa di una funzione pubblica corrotta. 
Si direbbe lo Stato concussore (collector) se fosse una mafia. Si rilancia ora la “lotta all’evasione”, che non si fa normalmente, con controlli veri. Attraverso il redditometro, un elenco di cento voci incontrollabile, c’è pure la marca delle pentole. Tacendo che un  redditometro è in funzione da vent’anni, a nessun effetto – eccetto le royalties al fornitore del software.
La fiscalità legale o effettiva è peraltro più alta di quella statistica o nominale. Quella sopportata cioè da un euro legalmente e totalmente dichiarato. Essendo pari al 55 per del reddito, record mondiale imbattibile – di sei-sette punti superiori ai paesi secondi nella classifica, Danimarca, Francia,. Svezia. E al 59 per cento per le imprese, poste per questo di fatto “fuori mercato”, nella terminologia d’uso.
Le stime ufficiali si riferiscono alla fiscalità apparente, che si misura dal rapporto tra gettito e pil nominale, una stima che in parte recupera la produzione invisibile o in nero. La pressione fiscale era nel 2009 al 43,5 per cento. Dal 1992, anno di inizio del ciclo politico ed economico negativo dell’Italia, è stata sempre al di sopra del 40 per cento.

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