Una cosa che non è piaciuta, non a destra e nemmeno a
sinistra. Dove si fa rilevare che in altro contesto, la Francia o la Germania,
un banchiere centrale europeo si sarebbe astenuto da ogni commento, “tanto più
contro la tendenza dei mercati”.
Il
“Bollettino” della Bce parla di allontanamento dei grandi investitori
internazionali dai buoni del Tesoro italiani proprio quando il Tesoro annuncia
il loro ritorno in forze. All’asta di ieri dei Btp a 15 anni, quelli che richiedono
maggiore fiducia, la domanda è stata doppia dell’offerta, e il 60 per cento dei
titoli in vendita è stato sottoscritto da investitori internazionali (il 26 per
cento da banche).
La
Bce fa valere che il “Bollettino” è redatto con anticipo e solo per ragioni di
calendario è stato pubblicato oggi. Ed è redatto dall’Ufficio Studi e non dalla
presidenza. Ma la scusa non ha convinto nessuno. Il “Bollettino” ha comunque la
capacità d’influenzare i mercati, e quindi le riserve sull’Italia sono un’imprudenza.
La
redazione delle riserve è fatta ascendere a Draghi, là dove dice: “L'accresciuta
incertezza politica” è stata “all’origine di alcuni flussi di capitali, con l’obiettivo
di ricercare investimenti più sicuri, verso i titoli emessi dai paesi con rating AAA”. Il fatto è tecnicamente
ininfluente – l’investimento è privilegiato comunque nei paesi con la tripla A.
Il dosaggio delle parole no: l’incertezza politica “accresciuta” e gli “alcuni”
deflussi di capitale. Che ci saranno anch’essi, e sono ininfluenti, ma non se a
dirlo è la Bce.
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