Best-seller –
Già trent’anni fa, rivelava Borges nel 1984, l’università di Buenos Aires li
consigliava agli studenti invece degli studi di letteratura, come “letteratura
media”. Letteratura? Media?
Blixen – Dunque
Karen Blixen evitò il premio Nobel perché morì quando avevano deciso di darglielo.
Sembra uno dei suoi racconti,. Sembra, lei evitava invece il paradosso, la
natura e la storia vi sono inquiete – mosse da presenze inquiete, passioni boomerang, e visioni quanto mai realistiche.
Fantascienza – È
cataclismica, mai consolatrice. Per questo sempre più letta? In parallelo con
l’estensione cataclismica della scienza. Che ancora non è in grado di creare, e
nemmeno di salvare, ma di distruggere sì, chimicamente, nuclearmente, e anche
meccanicamente, col solo motore a scoppio (combustione interna) – quando l’Asia
si farà l’utilitaria.
È l’epoca del sogno
di Woodsworth, nel secondo libro di “Prelude”. Woodsworth vi racconta la
conversazione con un amico sulla possibilità che l’umanità, con tutta la sua
scienza, resti annientata in un cataclisma. L’amico gli confessa che anche lui
ha provato questo timore. E Woodsworth conclude: io l’ho sognato.
Borges argomenta
ripetutamente che la parola è sbagliata. Che l’originale, science fiction, andrebbe tradotto
“finzione scientifica”. Bizzarro accanimento sintattico, mentre
fantascienza è proprio science fiction.
Anche alla lettera, se non grammaticalmente.
Filologia - È
retrograda. Cerca il morto come se fosse più vivo, solo seppellito da
incrostazioni, da sviluppi, affinamenti, variazioni, arricchimenti. Va
all’origine delle parole, e delle “cose” letterarie, come a un momento creativo,
incomparabilmente superiore alla condizione attuale. Pure incomparabilmente più
“progredito”, nel senso di puro e profondo. Complesso, spesso di anni se non
anche di saggezza, intuito, inventiva, deancillarizzato.
Rientra nel
creazionismo, che invece tende a negare sul piano critico (storia). È una forma
del passatismo, anche, eterno – conservatorismo, reazione: la ricerca dentro
l’accumulo di esiti e significati, che di per sé si vuole un passo in avanti, è
un riavvolgimento a ritroso. Una cristallizzazione dell’antico in senso
“positivo”: più significante: più complesso, più umano.
.
Francese –
Tutti se ne piccavano, e all’improvviso è diventato lingua morta. Alla tv,
nella pubblicità, per la strada. Si trova scritto nel libri e nei giornali calambour, e anche calambur. Si dice steig per stag, désert per dessert, è depliant con l’accento sulla t in fondo. La biglietteria del
Teatro di Roma non sa cos’è la matinée,
che vende. Anche un primario attore: matinée intende la recita antimeridiana, dal lunedì al venerdì, per le scuole.
Inglese La filosofia inglese è scozzese , dei due Adam,
Smith e Ferguson, di Hume, James Mill, James
Clerk Maxwell, nonché
di mezzo Kant, che era scozzese come Hume per parte di padre, il sellaio Cant –
e come l’Andrew Cant, l’ecclesiatico scozze del Cant-style, che
sta per lingua irta, gergale, e linguaggio ipocrita, nonché per gioco di
parole. A partire da Scoto Eriugena, Riccardo di
San Vittore e Duns Scoto. Anche se alcuni sono irlandesi. La
letteratura invece è stata irlandese – prima di diventare anglo-indiana: Swift,
G.B.Shaw, Wilde, Yeats, Joyce, George Moore. Anche Conan Doyle, nato a
Edimburgo di famiglia irlandese. Joyce e Yeats che, nota Borges, prediligevano
“l’anima delle parole più che le passioni”, per un’identificazione cioè totale
con la lingua. È grande merito dell’inglese avere attratto così tante menti
geniali, è la vera lingua per tutti. Dopo che anglo-indiana potrebbe essere
anglo-cinese, lere cinese, perché no?
Scoto Eriugena, IX
secolo, conosceva il greco e lo insegnava, non agli inglesi che erano troppo
ignoranti, ma sul continente sì, alla corte francese per esempio, di Carlo il
Calvo, il nipote legittimo di Carlo Magno. Delle tante identità di Shakespeare
manca solo quella irlandese, e magari sarebbe quella giusta.
Leggere –
In Etiopia, al tempo del socialismo scientifico di Menghistù Hailé Mariam, chi
non sapeva leggere e non andava a scuola andava in carcere. In Iran, al tempo dello scià, gli insegnanti
erano militarizzati: un po’ perché non rifiutassero le scuole rurali, un po’ per
proteggerli dal malanimo dei paesani. Anche Menghistù come lo scià aveva
militarizzato gli insegnanti. Ci dev’essere un lato oscuro nell’imparare a
leggere, pure l’Italia mandava i carabinieri quando i bambini non andavano a
scuola.
A Milano san Carlo Borromeo aveva
insegnato a leggere a bocca chiusa, con risparmio di energie - e a governarsi
come le gru, vigili e protettive.
È una forma di trasmissione del pensiero.
Si comprano libri finendo col “confondere il
possesso del libro col possesso dei suoi contenuti”, ride di sé Borges, che
continuò a comprarli anche nei trent’anni che visse da cieco. Si legge cioè
senza leggere, per contatto.
“Soprattutto
se si tratta di romanzi”, aggiunge Borges, “non si è mai sicuri di averli letti
oppure no”. Questo sembra diminutivo per i romanzi, da Borges non amati (eccetto naturalmente “Don Chisciotte”,
la “Divina Commedia”…), e invece no. È un omaggio al romanzo, all’inventiva.
“Frequento un gruppo di lettura per bere un po’
di vino”, confessa l’agitata casalinga giovane a ritmo di rap nello spot
britannico per la Fiat 500 L – come quella che risparmia su tutto, quindi anche
sulla benzina. Di non grande richiamo forse, ma dice bene: per che altro si
frequenterebbero i gruppi di lettura? A Roma riuniscono i reduci del Pci.
Milano – Arbasino prende spunto da
un mediocre libro di Vigevani, “Milano ancora ieri”, per un’operazione
nostalgia, sulla Milano che non c’è più. Ne scrive più a lungo di Vigevani,
anche se in forma di articolo, ma, benché sia Arbasino, non riesce a ricordare
altro che latterie, droghieri, lavanderie. Si capisce che ne sia scappato, lui
come tanti altri lombardi illustri. Ma rivela di avervi sempre mantenuto
un’abitazione, affittuario dei Bompiani per trent’anni. Per “fare lo scrittore”
non c’è che Milano.
Presepe - Disturba non solo le maestre lombarde di parrocchia interculturate, ma
anche Michela Murgia tournée
femminista (“Ave Mary”) – anch’essa femminista devota. La disturba la Madonna,
e pure il presepe. Forse nella nuova veste di presentatrice delle "Lettere dal carcere" di Gramsci, che invece la commuove.
Anche il presepe è (diventato) di partito. Ora che il partito non esiste più - i vecchi regimi hanno queste persistenze. Allora, forse, è da dire così: sono forme di nostalgia, il presepe urta perché è presente, Gramsci commuove perché è assente.
Il Gramsci originario avrebbe apprezzato il rifiuto “cristiano” del presepe, e della Madonna? Non ebbe occasione di farlo e non lo sappiamo, ma è da dubitare.
Roma – È, è stata, il punto di attrazione della letteratura nel dopoguerra. Di grossi filoni: lombardo (Gadda, Arbasino), siciliano (Brancati, Sciascia), veneto (Berto, Parise). Di altre minori: Calabria (Alvaro), Abruzzo (Silone).
Anche il presepe è (diventato) di partito. Ora che il partito non esiste più - i vecchi regimi hanno queste persistenze. Allora, forse, è da dire così: sono forme di nostalgia, il presepe urta perché è presente, Gramsci commuove perché è assente.
Il Gramsci originario avrebbe apprezzato il rifiuto “cristiano” del presepe, e della Madonna? Non ebbe occasione di farlo e non lo sappiamo, ma è da dubitare.
Roma – È, è stata, il punto di attrazione della letteratura nel dopoguerra. Di grossi filoni: lombardo (Gadda, Arbasino), siciliano (Brancati, Sciascia), veneto (Berto, Parise). Di altre minori: Calabria (Alvaro), Abruzzo (Silone).
Del filone veneto soprattutto, in quanto Roma
del boom, della dolce vita. È il caso
di Berto e Parise. Uno a destra, uno a sinistra, come è l’obbligo, per la carriera,
anche se con battute d’arresto e passi falsi. Anche di Pasolini, il cinema è
attrazione fatale. Tutt’e tre coi loro fracchettini. Svevo, di prima della guerra,
Magris, di dopo il boom, Roma hanno snobbato. Oppure: i triestini non sono
veneti, mentre lo sono i friulani. Ci vorrebbe una geografia letteraria di
queste migrazioni.
Parola – Le parole sono le cose. E per questo sono equivoche.
Non solo per calchi, derivazioni, parentele, vere e false, derive, ma per
natura: la parola è suono.
Pound - È europeo. Un innesto americano in Europa,
fertile per l’Europa, perduto per gli Usa, malgrado i tanti polloni individuali
– fino alla stessa stagione beat,
A.Ginsberg lo sapeva e lo dise, nella “conversazione” con Pound organizzata da Michael
Reck su “Evergreen” del giugno 1968.
Scrivere - “Pubblicare non è parte essenziale del
destino di uno scrittore” disse Emily Dickinson. Ma della sua vita sì. Si
fantastica per se stessi. Ma l’operazione di scrivere è uno dei sistemi di
equazioni a più alto numero di variabili, laborioso, sedimentato (incrostato):
ha bisogno di una serie di attrezzi e supporti, mentali culturali, e partici, di
una progettazione costante, di studio, di ricerca, di revisione, e anche di
comunicazione. Non può essere esercizio solitario.
letterautore@antiit.eu
Nessun commento:
Posta un commento