venerdì 4 gennaio 2013

Ortese ritrovata

Un racconto “segreto” (forse per questo mal distribuito?), un gioiello di discrezione e narrazione, da cui la “scrittrice segreta” emerge vivida. Vigorosa anche, nel suo volontario effacement. Per una ferita che fu occasionale e sembra minore e invece ne determinò l’isolamento, anche se autoinfilitto: all’ultimo capitolo de “Il mare non bagna Napoli”, in cui dice “relitti confusi e sconfitti dalla napoletanità”  gli amici con i quali aveva vissuto la splendida ma corta stagione della rivista “Sud”, Vittorini, per pubblicare il libro tra i “Gettoni” Einaudi, “aveva preteso che la Ortese scrivesse nome e cognome”.  Erano molti, Prunas, Rea, Compagnone, La Capria, Scognamiglio, Ghirelli, Patroni Griffi, Rosi, e tutti di elevato ingegno, ma qualcuno se la prese, e la città nel suo insieme. Da allora Ortese fu sempre in esilio, anche da se stessa.
Adelia Battista ha incrociato Ortese come studiosa, autrice di una tesi di laurea sulla scrittrice, su proposta di Carmine Di Biase, “un anziano sacerdote subentrato per ragioni di salute a Mario Pomilio” all’università Suor Orsola Benincasa a Napoli, che era rimasto in buoni termini con la scrittrice. E la frequentò poi da giornalista, a Rapallo e a Milano, dove la Ortese soggiornò un paio di volte per rivedere le bozze della sue opere riprese da Adelphi, nella casa di riposo Anni Azzurri, in una stanza minuscola, anche se al centro della città, in via san Luca, 4. 
Battista mette nel piatto anche molte carte di Ortese, un diario, e le lettere che scrisse a Dario Bellezza. Di donna già appassita, per l’amore infelice con Marcello Venturi, e tuttavia sempre in carne. Ma più usa la chiave dell’ordinario. Una storia costruisce sommessa, quasi intima, ma brillante di persone, colloqui, presenze. In breve vediamo Anna Maria, e tutto attorno a lei (eccetto il padre: cancellato per un motivo? senza motivo?): la madre bambina, i fratelli morti giovani, i nonni importanti, ingombranti, la sorella Maria, bella, simpatica e sola, il fratello Francesco, l’amica-governante a Rapallo, e tutti coloro, pochi, che la incrociavano giornalmente nella sua vita di reclusa, vicini, affittuari, librai, giornalai, tabaccai, panettieri, droghieri – oltre a qualche nome di rispetto: Vittorini appunto, Compagnone, Rea, e gli stimabilissimi Bontempelli e Paola Masino. Un’idea eccellente e un’ottima resa.
Adelia Battista, Ortese segreta, Minimum Fax, pp. 103 € 7,50

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