Confessione – È la storia? “Essere
soggetto significa eo ipso avere una
storia”, insegna Husserl nell’ “Ideale di umanità di Fichte”, le lezioni del
1917, e non intende un affare di letto. “Scrivere la storia dell’Io” è “scrivere
la storia della necessaria teleologia in cui il mondo, in quanto fenomeno,
viene a progressiva creazione”.
Corpo – “L’anima , senza il corpo, gioca”. È un
verso di Addison, che lo dice derivato da Petronio, dal “Satyricon”. Addison
intende nel sogno, che nel sogno l’uomo liberamente gioca - in Petronio non si
direbbe, Petronio è tutto per la carne.
Era il tema del Festival dei Matti a
Venezia a novembre. Ma l’evento è stato annullato.
Dio
– Potrebbe stare per odio, come un refuso. Odio puro è il Dio di
compassione dell’ebraismo, il cristianesimo, l’islam, il Dio di cui si parla.
Odio reciproco, e delle sette islamiche, cristiane, ebraiche, che senza sosta
si combattono, e anzi si formano per rigenerare la lotta.
Ci
dev’essere, dice Lutero, perché l’uomo ha bisogno di qualcuno di cui fidarsi.
Ma se non c’è? “L’uomo fu creato perché ci fosse un inizio”, dice sant’Agostino
al capitolo 20 delle “Confessioni”. E se non comincia nulla? Non ci sono
teologi santi.
Su Dio non si può contare, poiché ha
abbandonato Gesù: se c’è, è una presenza assente. Ma vale
sempre la proposta di Tacito: meglio (“è più santo e reverente”) credere
all’esistenza di Dio che discettarne. E poi basta poterla raccontare, un
incipit è già tutto, come sapeva Platone: “L’inizio è anch’esso un dio che,
finché resta con noi, salva tutto”.
Il Dio
cristiano vuole fede assoluta, essendo il meno comprensibile di tutti:
l’Incarnazione, la Passione e morte, la Resurrezione sono mitologie ardue. Per
non dire della Trinità.
G.B.Shaw
ha un “God is in the making”. E c’è stata l’apocatastasi, il ritorno a Dio. Un
Dio temporale.
Sogni - I sogni
sono desideri, anche contro l’evidenza – i segni di sogni, o i sogni di segni,
è refuso irresistibile. Ora, desiderio è legato agli astri, sidera in
latino. Roba fredda, da strateghi di capacità combinatoria, Giulio Cesare,
Alessandro Magno, o i due assieme, l’astuzia e la grazia. Ma solo nella lingua
italiana, è vero. In territorio germanico è diverso: è Benedikt Franz Xaver von Baader, il maggior
esponente del romanticismo cattolico tedesco, che per primo interpreta i sogni
come “verità superiori”. Cui Johann Wilhelm Ritter, fisico-fisiologo a Jena,
scriverà: “Credo di aver fatto una scoperta importante, quella della coscienza
passiva, dell’involontario. Ciascuno di noi porta in sé il suo sonnambulo, di
cui è egli stesso il magnetizzatore”. E il medico mesmerista Karl Gustav Carus:
“La chiave per conoscere l’essenza della vita psicologica cosciente sta nella
regione dell’incosciente”.
Ma già
Jean Paul ipotizzava che i sogni racchiudono i segreti dell’anima, e sono la
sede degli istinti. Mentre E.T.A.Hoffmann vedeva nelle esperienze dell’infanzia
la materia prima dei sogni. Freud voleva essere un mago, il dottor Clitandro,
medico dell’anima di Molière, e questo lo rende simpatico, rifare la Smorfia.
Storia – Non
è democratica: il passato, la dignità (forza) del passato. Prima – subito –
vengono le relazioni di potere: il posto, la raccomandazione, la dipendenza.
Che si può dire anche così: l’obbligazione sociale, la rete.
Può
pure essere la montagna di polvere dell’altrimenti ignoto Augustine Birrell. La
sua epopea, Croce l’insegna, è più vicina alla tragedia che all’idillio. E la
fa solo chi distingue il bene dal male, come Defoe premette a Jonathan Wild. La storia di Herder, l’educa-zione divina del genere umano, che è
anche la salvezza di sant’Agostino, si rovescia in educazione umana di Dio. Una
leva archimedica, secondo lo storico Garin: una visione liberatrice attraverso
la dimostrata vanità dell’accadere e d’ogni azione mondana. La storia vera è profana, il tempo che s’affaccia sullo spazio,
che sono i corpi ed è l’infinito. L’ibrido dun-que è doppio. Come si sciolgono
le incompatibilità? Era nel progetto di Cristo introdurre una dimensione
profana nel tempo sacro, intemporale? O c’è, fin dal Genesi e, neppure
surrettizia, nella dottrina cristiana, una curvatura dell’intemporale nel senso
della storia - la memoria, l’esame? Il nostro tempo, il tempo storico, non si
concilia con l’eternità, questo è un fatto. È lo stesso mistero di Cristo, che
è nato ed è morto ma è Dio.
“Madre della verità” è però la storia già
in Don Chisciotte. Il Novecento è secolo ripetitivo, seppure lungo. Da
Baudelaire in poi volendosi una reazione alla regina Vittoria, epoca imperiale
ma defunta di busti e mutandoni – le rivoluzioni hanno fasi passatiste,
determinate al passato. Hitler e Stalin hanno spazzato via tutto ma il secolo
ancora non se n’accorge. L’Europa: non sa cosa sono gli Usa, l’Asia, l’Africa,
i veleni, i miliardi di persone, e fantascienza dice il mondo, una cosa che non
c’è e non è possibile, ed è cieca, forse per essere vecchia.
È anche una furbata. Heine dice “lo
storiografo, il profeta retrospettivo”. La storia come scienza della
ricostruzione del passato, su fondamenta profetiche.
Verità – Il cinico se ne astiene, il sofista se
ne fa sacerdote, laico (cinico). Ma è l’ordine del discorso – di ogni atto o
evento. Compreso l’atto selettivo dello sbirro o giudice, del testimone
(visione), dell’autore (suoni, sogni,
teatri).
Classico
è il più ricco, proletario chi fa molti figli, idiota il proprietario, si
spiega nelle “Notti Attiche”, in casa di Cornelio Frontone. La storia,
consistendo di parole, è a volte illusoria, ma i fatti no. L’incertezza è
parziale, si sanno pure le cose che non si sanno. L’opposto della menzogna è
sempre la verità, un po’, e la menzogna stessa - verum factum, verum fictum non è un refuso: la verità è
all’origine finzione e invenzione, e senza non ha argomenti.
Nella
teologia Lutero smarrì Dio. Ma l’impossibilità per noi di sapere le cose come
sono in se stesse non è solo della teologia, Kant lo spiega della filosofia.
zeulig@antiit.eu
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