Grande fioritura di sondaggi, ogni partito se ne fa uno
ogni giorno. Senza calcolare le astensioni. Che saranno il fenomeno del
prossimo voto. Non escludendo un risultato siciliano – in Sicilia a fine
ottobre votò meno della metà degli elettori. Solo leggermente migliore: l’Italia
non è la Sicilia, non ha emigrati con la vecchia residenza, e quindi qualche percento
di votanti in più si registrerà. Ma non di molto: il malumore è esteso, in più
modi motivato (disoccupazione, pensioni, tasse, scandali, mazzette), e la
campagna elettorale è ingessata – ha solo recuperato qualcuno dei suoi Berlusconi.
La Sicilia resta un modello anche perché non c’è una
maggioranza post-elezioni. Il fatto è occultato dalla legge elettorale, che
ha prodotto comunque un presidente eletto dal popolo, anche se con meno del 25
per cento dei suffragi. Ma il presidente Crocetta non può governare se non
evitando, come ha fatto in queste dieci settimane, un voto, e quelli necessari
ogni volta barattandoli.
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