sabato 23 febbraio 2013

Fu Seconda Repubblica sulle ceneri della sinistra

La seconda Repubblica nasceva vent’anni fa sulla distruzione della sinistra politica:
“Ci si può anche congratulare perché Craxi e Martelli e tutti i socialisti sono stati abbattuti senza sangue. Per abbattere Berlinguer ci volle il terrorismo, e perfino il sacrificio di Alo Moro. Tutto merito della Dc, che ha saputo farsi bastare Borrelli, Di Pietro e Davigo (gli altri sono i soliti comunisti che capiscono tardi). E anche di Milano, indefettibile gattopardo: può ora rubare senza limiti.
“La Dc stravince perché è una forza politica di prim’ordine. Decisa, sotto quell’apparenza svagata, dura anzi. E determinata, mentre si mostra attendista. Ma bisogna anche dire che ha tre vantaggi, grossi, senza merito. La vanagloria di Craxi, che pensava di potersi sostituire alla Dc. I vescovi, veri potenti locali (parrocchie, circoli, centri sociali, assistenza, carità). I giudici.
“I giudici sono i veri sanfedisti d’Italia. Furbi: basti il gioco di sponda cui hanno adescato, o obbligato col ricatto, l’ex Pci alla propria distruzione. Abili: hanno messo la sordina alla corruzione Dc (banche, Enel, Irpinia…) con un po’ di Forlani e il suo fido Citaristi, ma niente Andreotti, De Mita, fondazioni bancarie, Rai, Eni, Cnr, l’editore Mediobanca, l’editore De Benedetti.
“Ridurre dieci anni di lavoro sui delitti della Pubblica Amministrazione a una gigantesca campagna contro il Psi è certo un segno di capacità politica. Ma i giudici fanno malinconia. Malinconia più che paura: loro per primi saranno servi, noi potremmo pure disinteressarci della politica, una volta che gli abbiamo pagato lo stipendio”.  

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