Il deserto è luogo metafisico. Il deserto
è morte – si può viaggiare dunque nella morte e tornarne. Le nostre città sono
miraggi, mortuari. Il miraggio è la morte che si tramuta in vita. Il deserto è il
luogo privilegiato dell’immaginazione e dello spirito”. Non si sa non seguire
Moravia, anche se come compagno di viaggio non dev’essere stato divertente. La pista
nel deserto è una metafora della vita umana. L’erosione lavora con un’intenzione
caricaturale. La caricatura della creazione divina della terra, come la Genesi
la presenta, con quel mondo vivo, bello e completo che emerge dal nulla.
In Africa tutto è possibile, e Moravia non
si fa mancare nulla. Invitato dal sultano di Agades, aspetta un’ora in
anticamera, tra africani insolitamente muti, per poi scoprire che il sultano
non c’è. O gli abitanti del lago che sono pastori. Il gusto lascia amaro che
non abbia osato: parco e ovvio per essere disilluso. Anche un po’ cinico.
Alberto Moravia, Lettere dal Sahara
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