È la commedia all’italiana classica, che resiste ormai in Inghilterra,
lieve cioè e fantasiosa, vedi “Bily Elliot”, “Full Monty”– così come gli
inglesi fanno meglio, molto meglio, il neo realismo, da “Trainspotting” in poi.
Ormai, cioè dopo quarant’anni di ortodossia veteropartitica che in Italia ha
affossato il racconto dal vero, i quarant’anni del compromesso clericale-sovietico. Con attori veri e non compagnucci della parrocchietta. Senza ideologie e fredde amaritudini.
Il film è della Bbc - immaginarsi lo stesso soggetto alla Rai. Del resto è a Londra che si tiene vivo e si celebra il belcanto,
alla Decca e all’Opera. Dustin Hoffman è a suo agio come regista, benché
debuttante, a 75 anni, per essere stato tra gli attori americani quello che dall’esordio
si è ispirato alla commedia all’italiana, genere Gassman-Trintignant, prim’attore
senza fisico del ruolo e recitazione dimessa. Ma la vecchiaia musicale comincia a essere un genere - il genere Preservation Hall di New Orleans per vecchie glorie, rigenerato da Wenders a Cuba.
Dustin Hoffman, Quartetto
Dustin Hoffman, Quartetto
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