Berlusconi, che sa solo parlare al
Lombardo-Veneto, attacca ogni giorno la Germania, il Pd e Monti se ne fanno
scudo. Invitano per una foto Martin Schulz, da Palermo a Torino, forse il
politico più antipatico d’Europa, o l’ex cancelliere Schröder per una conferenza a
pagamento, il gagà stipendiato da Putin, entrambi antitaliani, e vanno fino a
Berlino per un colloquio col pensoso ministro dell’Economia Schaüble, che non approva il
titanismo di Angela Merkel ma non sa farci nulla. Per esserne gratificati da un
sei in pagella, un “non sembri italiano”, e una pacca. Ma con esiti inversi sul
voto.
Non si può dire che lo screditato Berlusconi
abbia riacquistato consensi con la campagna anti-Germania, ma la campagna c’è,
e non si può dire il contrario. Non si può dire che Bersani perda consensi per
volersi filo-Germania, va’ a sapere, ma anche questo è un fatto. L’opzione
europea non implica la sudditanza, anzi.
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