lunedì 11 febbraio 2013

La Germania decide le elezioni

Il voto sarà una gara tra gli “astenenti”: quelli della sinistra sdegnati per la disoccupazione e le pensioni, quelli della destra per la superficialità di Berlusconi. A meno che non sia un voto contro la Germania. Che ha creato molto più risentimento di quanto Berlusconi fa valere. Specie nel Lombardo-Veneto, la macro-area da sempre integrata all’economia tedesca.
Berlusconi, che sa solo parlare al Lombardo-Veneto, attacca ogni giorno la Germania, il Pd e Monti se ne fanno scudo. Invitano per una foto Martin Schulz, da Palermo a Torino, forse il politico più antipatico d’Europa, o l’ex cancelliere Schröder per una conferenza a pagamento, il gagà stipendiato da Putin, entrambi antitaliani, e vanno fino a Berlino per un colloquio col pensoso ministro dell’Economia Schaüble, che non approva il titanismo di Angela Merkel ma non sa farci nulla. Per esserne gratificati da un sei in pagella, un “non sembri italiano”, e una pacca. Ma con esiti inversi sul voto.
Non si può dire che lo screditato Berlusconi abbia riacquistato consensi con la campagna anti-Germania, ma la campagna c’è, e non si può dire il contrario. Non si può dire che Bersani perda consensi per volersi filo-Germania, va’ a sapere, ma anche questo è un fatto. L’opzione europea non implica la sudditanza, anzi. 

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