mercoledì 20 febbraio 2013

La mafia è femmina

Giuttari rifà Duisburg a New York, la mattanza di chi ha sgarrato nella filiera della droga, sottraendo somme importanti: molti fili, oltre la mattanza, conducono a San Luca (qui San Piero d’Aspromonte). E crea una sposa e madre che sceglierà la “famiglia” criminale maledicendo la sua propria. Un giallo che esce dal cliché della donna vittima, e per questo il meno letto del lettissimo Giuttari?
La vendetta è sorprendente – e promette un sequel. La tela sociologica inappuntabile, Giuttari è stato dirigente di polizia: della mafia ‘ndranghetista come “famiglia”, in senso proprio, per legami di sangue o di comparaggio. Con figure femminili di spicco, sullo sfondo di fratelli amorfi. E tutto insolitamente corretto, aderente alla realtà - a parte l’uso siciliano del “vossia” (e l’appropriazione disinvolta della Madonna di Polsi, qui Madonna dell’Aspromonte, da parte dell’autore oltre che dei criminali: non sappiamo più concepire il sacro, se non come farsi tre volte il segno della croce entrando in campo alla partita).
Michele Giuttari, La donna della ‘ndrangheta, Rizzoli, pp. 341 € 21

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