La morte non è tema desueto in Tranströmer, il poeta psicologo,
che la incontra spesso nei suoi viaggi involontari (“I viaggi vengono a
visitarmi”). Ma senza commozione. Poeta zen già in questa raccolta, che precede
di quasi dieci l’ultima, tutta di haiku. Seppure su un fondo sempre “occidentale”,
inquieto, della natura immobile ma vigile, una still life. Più zen qui, curiosamente, che negli haiku della
metrica.
Gianna Chiesa Isnardi riprende l’edizione che già nel 2004 aveva
approntato per Herrenhaus (la stessa raccolta con poche omissioni, è
nell’antologia di Crocetti, “Poesia del silenzio”, col titolo “La gondola a
lutto”), corredandola di un importante saggio sul Nobel 2011, “La
tastiera muta”. Sulle metafore, “di cui Tranströmer è considerato maestro”, e
sull’uso “trasfigurato” del linguaggio piano.
Tomas Tranströmer, La
lugubre gondola, Bur, pp. 156 € 10
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