domenica 3 febbraio 2013

Massoneria senza padri – di madri poliandriche

La “storia”, prolissa, che si rilegge da trent’anni di Gelli e Berlusconi. È questa la massoneria che controlla l’Italia, insieme con Bisignani - mancano naturalmente il Monte dei Paschi, Siena, Firenze, la Toscana, tutto ciò che conta, compresa la banca, grande e piccola..
Lo “studioso della massoneria” rispolvera Giuseppe Cambareri come figura centrale del complotto. Uno a cui Silverio Corvisieri ha dedicato un libro una dozzina d’anni fa, “Il mago dei generali”. Un calabrese emigrato in Brasile che nel 1934 tornò a Roma come teosofo, a capo di una Fraternitas Rosicruciana Antiqua, “antimassone”. Che si accrediterà quale mago - insieme con la seconda moglie, la medium Jole Fabbri Vallicelli, una in contatto con entità angelica, specie col maestro Ergos – nella questione delle sanzioni contro l’Italia nella guerra d’Abissinia. E ancora a fine guerra, prima di tornare in Brasile, quale confidente di Giuseppe Cordero di Montezemolo, il capo dei badogliani che i tedeschi trucideranno con gli altri martiri delle Fosse Ardeatine.
Cambareri aveva avuto una sua piccola fama nei cerchi esoterici romani nel 1938, per la “coincidenza delle tre M” nella “pace di Monaco”: Monaco, Mussolini, Michele Arcangelo. Le logge che creava le intitolava all’Arcangelo Michele, venerato in Calabria. Si chiamava Cagliostro Cambareri, pare, anche all’anagrafe, per avere soprammesso, com’è l’uso in Sud America, il nome della madre a quello del padre. Ma, ammesso che ci stata una madre di nome Cagliostro, anche il nome resta confuso: Cambareri era nato a Solano, dove vigeva il matriarcato e la poliandria, ogni donna aveva più “mariti”.
Fabio Zanello, Italia. La massoneria al potere, Castelvecchi, pp. 440 € 22,50

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