Tutti i saggi aggiungono poi che Tranströmer è poeta di metafore. Mentre
lo si direbbe caratterizzato, almeno in traduzione, da una scrittura piana, grammaticale
e verbale, senza ricercatezze, semplice perfino – le metafore non richiedono fulgori?
Maria Cristina Lombardi, nella nota introduttiva, concisa ma sostanziosa,
rimarca l’influenza simbolista, da Baudelaire al surrealismo. Ricordando che Tranströmer
è stato studioso pianista.
E certamente le forme musicali non saranno estranee alla sua
scrittura. Ma non più che per ogni poeta e poesia: metrica, scansione, rima,
assonanze, la poesia è musica. Le notazioni di Tranströmer sono a volte in
effetti nella vena surrealista. Ma si identificano con una stagione, la seconda
della sua storia, dei lunghi elenchi prosastici.
È l’elemento reale, terragno, acqueo, che tracima in ogni
raccolta. E un senso dell’espressione non autoriale del poeta, non il creatore
taumaturgo del simbolismo: “Stupendo sentire come la mia poesia cresce\mentre
io mi ritiro. La forma haiku, impersonale, è invece in progressione costante,
fino a caratterizzare le ultime due raccolte. Per una sorta di stanchezza
anche, ovvia per lo psicologo di professione quale Tranströmer è stato, contro
la parola privilegiando il silenzio. Si può dirlo allora poeta del silenzio,
anche sembra un ossimoro. Poeta per poeti, “stanco di chi non offre che parole,
parole senza lingua”.
Ciò che Tranströmer sicuramente è, è molto oraziano. Lo dirà anche
lui stesso, ne “I ricordi mi guardano”, il saggio autobiografico. Scopre la
poesia a scuola, scolaro svogliato, con Orazio: “Consideravo Orazio un
contemporaneo… Era così semplice da diventare sofisticato”. La semplicità che
affinerà negli haiku: tanti micro Orazio.
È questa una vasta antologia, un terzo dell’opera di Tranströmer,
in traduzione e con gli originali. Tre edizioni in poco più di un anno, un
miracolo – non infrequente, anche se le tirature sono limitate. Di un Nobel,
dunque, oraziano, chi l’avrebbe detto. Sobrio, misurato, preciso. Anche negli incontri,
ripetuti, col miracolo. Alla ricerca dell’impossibile “lingua senza parole” – un
poeta delle cose?
Tomas Tranströmer, Poesia
dal silenzio, Crocetti, pp. 202 € 18
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