Sono anche tanti che non si può considerarli un errore o un
caso, tutti corrivi: Guida, Banti, Gervasoni, Calvanese, Valeri. E Braschi che
li organizza. Che più spudorato non si può: “Ognuno
dica quel che vuole, ma noi continuiamo a fare quello che vogliamo”. Per
esempio: “Il calciatore del Genoa”,
quello del rigore non dato, “colpisce la palla, se la tira da sé sul
braccio, quindi la nostra opinione è che si tratti di un gesto involontario”…
Braschi non è un cretino. Inoltre è un toscano, sa l’italiano.
Questo
signore e i suoi compari sono un paradigma del potere
in Italia: altrove il crimine si nega e si nasconde, qui è sfrontato. È
esibito. Da una cricca talmente impunita che sbeffeggia e maltratta anche i
suoi accoliti, Pulvirenti, Pozzo. Tre squadre devono essere favorite, quelle di
Lotito, De Laurentiis e Galliani, e quelle lo sono.
Non
sono errori, sono truffe. Le Procure insistono con gli “slavi” – insomma con
gli zingari – per non vedere quello che tutti vedono?
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