Cristo – Usa nuovamente laico, come
nell’Ottocento positivista: un Cristo decristianizzato. Ma è impresa dubbia:
senza Incarnazione e senza Resurrezione è un altro Cristo.
Filosofia
– Fa
senso trovare i libri di De Crescenzo negli scaffali di Filosofia in libreria.
Ma perché no?
Ipocondria - Si può essere bugiardi e dire la verità: è il paradosso dell’ipocondriaco,
che è colui che teme di essere ipocondriaco. Gli opposti si dissolvono,
caldo\freddo, alto\basso, buono\cattivo, mente\corpo, ami-co\nemico
L’ipocondriaco è egoista totale e
aggressivo, terrorista. Tanto più per non usare armi. Né forme di aggressione,
formalmente aggressive.
È il disagio di vivere , uno dei tanti. Ma è
come un virus benevolo, accresce le resistenze dell’ambiente. Si accompagna
solitamente alla protervia, strano connubio per un malattia.
È malattia tipicamente borghese e anzi
intellettuale.
Di chi non conosce la fatica e la schiva, se non nella forma dell’ipocondria, e
si fa un dovere di rifiutare la vita ordinaria, non prende neppure il tram, e
di appropriarsi il tempo, che è la sostanza dell’ozio. Ma il lavoro è più intenso da fermi, pensare brucia più energie.
Kant, che soleva antropologizzare a tempo perso,
prende da “Hudibras”, il poema rabelaisiano di Samuel
Butler contro il macellaio Cromwell, questa verità: “Quando un vento ipocondriaco
ru-moreggia negli intestini, tutto sta nella direzione che prende: se va in giù
ne viene un peto, se sale allora è una visione, o un’ispirazione santa”.
Memoria – Se ne è fatto la funzione
preminente, e quasi un’ideologia. Per la letteratura, ma più per l’aumento
delle attese di vita. Il culto della memoria, e la trattatistica che vi si collega,
tutta fallace, è l’esito dell’aumento
della popolazione invecchiata, e insieme è causa dell’invecchiamento,
un’ideologia.
Morte – I miti in origine la
facevano “entrare” nella storia, a sconvolgerne l’operosità. Esiodo le mette
invece a tessere la storia stessa, a intrecciarla. Entrò così in gioco il
comodo destino - il futuro passato - col fatalismo.
Il cristianesimo sancì questa deriva facendo
proprio il mito biblico del Dio ineluttabile: la legge, la colpa e il senso di
colla. Cristo avrebbe apprezzato, che a quel Dio si ribellò?
Occidente – È valetudinario, se non è ipocondriaco. È la
sua forza.
Ospedale – È parte della malattia. Anche fuori della sala
operatoria, o della corsia: in ambulatorio, o nei laboratori di analisi. Le
attese di ore, il contatto superficiale, l’incondizionalità, anche del medico
meno capace, riducono le difese e inducono la malattia. La strabordante
quantità di avvisi e controavvisi, a mano o al computer, attaccati a ogni
angolo o muro o vetro o porta, che ingombra la vista nelle lunghe attese, tutti
successivamente perentori ma per ciò stesso caduchi e inutili, pesa anch’essa.
È una
delle forme di malattia non diagnosticabili, ma più diffuse. Non acute ma
spossanti.
Sette - È centrale nella numerologia semitica. Che lo trasmise
alla cultura greca. È una delle tracce seguendo le quali Nietzsche, “Il
servizio divino degli dei”, pp. 29-31, deduce l’origine semitica della cultura
greca. Ma, nello specifico, col riconoscimento di una derivazione più
ampiamente mediorientale: la pratica si sarebbe sviluppata all’inizio “più
compiutamente a Babilonia e in Assiria”.
Verità – È spesso un altro nome per onestà, ma allora
è un’altra cosa. Un ebreo, un perseguitato, un martire anche, avrebbe ogni
ragione di dire che la verità si accompagna alla morte: ne è socia e anzi
pronuba – è stato detto. Ma è verità disonesta. Che fa aggio su una qualche
forma di potere e si trasforma in violenza - ne è la dinamo più perfida, dal
razzismo sterminatore alla “Grecia salvata dalla Germania”. La verità non viene
disgiunta dalla rettitudine: dalla misura, l’onestà delle parole.
zeulig@antiit.eu
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