Non ci sono due mafie purtroppo, come Sciascia opina,
i mafiosi sono solo brutti. Sciascia naturalmente non ne ha colpa, ma inizia con
lui, con l’attrazione che esercita in tutti i suoi scritti, anche d’occasione
come questo per “Storia illustrata” quarant’anni fa, l’eroicizzazione della
mafia, all’epoca impensabile, con l’enorme pubblicistica poi accumulata. Con lo Stato-mafia già allora, nel 1972 - p. 27. Con incredibili forzature
della storia – i “picciotti” mandati a Garibaldi dai capimafia è una delle
tante (mandati per infeudare l’isola al “Nord commerciale e industriale”,
proprio così, alle pp. 29-30).
Il breve scritto è rimpolpato
da un incontro di Giancarlo Macaluso con Stefano Vilardo (“A scuola con
Leonardo Sciascia”), il grande amico di Sciascia fin dall’infanzia. Salvatre Ferlita, nella postfazione, dà conto
degli equivoci che a Sciascia furono rimproverati, e ricorda come lo scrittore fosse orgoglioso di aver fatto della mafia per
primo materia narrativa, nelle corrispondenze con Calvino e Einaudi.
Leonardo Sciascia, Storia della mafia Barion
pp. 72 € 8
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