martedì 5 marzo 2013

Che brutta storia della mafia

Non ci sono due mafie purtroppo, come Sciascia opina, i mafiosi sono solo brutti. Sciascia naturalmente non ne ha colpa, ma inizia con lui, con l’attrazione che esercita in tutti i suoi scritti, anche d’occasione come questo per “Storia illustrata” quarant’anni fa, l’eroicizzazione della mafia, all’epoca impensabile, con l’enorme pubblicistica poi accumulata. Con lo Stato-mafia già allora, nel 1972 - p. 27. Con incredibili forzature della storia – i “picciotti” mandati a Garibaldi dai capimafia è una delle tante (mandati per infeudare l’isola al “Nord commerciale e industriale”, proprio così, alle pp. 29-30).
Il breve scritto è rimpolpato da un incontro di Giancarlo Macaluso con Stefano Vilardo (“A scuola con Leonardo Sciascia”), il grande amico di Sciascia fin dall’infanzia.  Salvatre Ferlita, nella postfazione, dà conto degli equivoci che a Sciascia furono rimproverati, e ricorda come lo scrittore  fosse orgoglioso di aver fatto della mafia per primo materia narrativa, nelle corrispondenze con Calvino e Einaudi. 
Leonardo Sciascia, Storia della mafia Barion pp. 72 € 8

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