Invece di affrontarlo, si fanno da vent’anni “manovre
correttive”, cioè aumenti di tasse. Prima annuali, da qualche tempo semestrali.
Di cui si sa che saranno insufficienti perché alimentano un circolo vizioso:
più tasse oggi sono meno entrare future, e quindi più tasse. L’unica soluzione
è ridurre l’indebitamento.
Perché i debito non si taglia, questo è il problema
italiano. Contro cui gli italiani si battono da 22 anni ormai. Che sbatte sulle
resistenze della politica, ma in quanto incapace di autonomia di fronte agli
interessi: il problema italiano è l’affarismo, di cui la politica è corresponsabile.
Ciò spiega la difficoltà di ogni riforma, e il ripiegamento dell’elettorato ora
su ipotesi estreme, dell’azzeramento. Meglio la povertà, si dice col voto per
assurdo, che indebitarsi per pagare gli appalti, l’intrallazzo.
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