Simpatia e improntitudine, la ricetta Crocetta sta dilagando? Sciascia diceva che ciò che succede in Sicilia poi succede in Italia, e dunque dobbiamo aspettarcelo.
Il presidente della Regione Sicilia, eletto con non più di un quarti dei voti, e senza maggioranza politica in Assemblea Regionale, ha governato questi quattro mesi con le idee. Anzi con modi dire piuttosto che idee. Appoggiando mozioni dei 5 Stelle – o redigendo come proprie mozioni dei 5 Stelle (si capisce l’aria da conquistatore che il cinquestellino Vito Crimi esibisce a Roma alle assise del suo partito). Nominando assessori dei Nomi – personaggi cioè, che più che altro badano alla propria immagine. Quelli di Crocetta sono poi del tutto improbabili. Il vecchio Zichichi che vulle dieci, o cento, centrali nucleari in Sicilia. E Battiato che dice troie le parlamentari italiane.
Di suo Crocetta si conquista i titoli con l’abolizione della province. Come a dire, e lo dice: io sono veramente rivoluzionario. Senza pensare che uno da Siracusa non può andare a Palermo a sbrigare la sua pratica – materialmente non può. A meno che Crocetta non voglia creare una capitale al centro dell’isola, d’architetto, alla brasiliana – ma con le strade o senza?
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