La città della
Scienza è nome pomposo per una struttura che era solo un piccolo museo a uso
delle scuole, però era un passo per la bonifica dell’enorme acciaieria di Bagnoli,
i cui resti ancora incombono. Un primo passo dopo trent’anni di chiacchiere, ma
il pensiero facendo riemergere di una città che ha tutto per un destino
migliore, continua ad averlo anche se sceglie il peggio. Dei suoi amministratori,
sindaci e giudici. E della sua stessa immagine.
Napoli ha
una miniera praticamente intonsa di tesori operistici. E tale la lascia. Altrove
ci sarebbe stata un’industria fiorentissima dell’opera napoletana, a Napoli no.
Per non dire dei tesori paesaggistici, storici, architettonici, museali: l’opera
napoletana non è l’unico spreco di questa città, povera forse perché avara –
l’avaro è sordido e stupido, più che povero. Vittima di amministratori
incapaci, ma che la città predilige – tutte di una certa sinistra purtroppo,
compreso De Magistris.
La
sordidezza certifica la predilezione che la città ha per gli stereotipi “bassi”,
diminutivi se non sprezzanti. Che si penserebbe subisca, e invece no: se li
coltiva essa stessa, e anzi vi si avvoltola infojata. Marechiaro, Piedigrotta, la
canzone, la pizza, il mandolino. Mentre ha un’anima dura, metropolitana, la prima e forse unica cultura metropolitana d’Italia, prima della cinica Milano, rapida,
insensibile. E una manualità di prim’ordine, la maestria. Che solo a Napoli si declassa, quasi un’arte di
arrangiarsi, mentre è un capitale enorme – è sulla maestria che la Cina ha
costruito il suo formidabile interminabile boom, non sul capitale o sulla tecnologia. Nell’abbigliamento e la moda, anche se a lungo qui dispersa nel segmento più basso, la copia, nella meccanica fine, nell’avionica.
Aveva,
perché le applicazioni di questa maestria smantella da trent’anni senza darsi
mai un’alternativa. Il turismo a opera dei suoi scippatori, professionisti. La
lavorazione à façon a opera di
Saviano, il napoletano migliore. L’industria che non è scappata via, Fiat,
Finmeccanica, Avio, a opera dei suoi giudici. Illustrandosi nella
manifestazione dei ragazzi delle scuole
per la città della Scienza, magro rito – un giorno di vacanza. Il destino
esiste? A Napoli sì.
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