Il punto di vista non è originale, ma la narrazione non è affannosa, come avviene nei lunghi flashback, e perfino chiara. Adriano Bon, alias Hans Tuzzi (lo pseudonimo è un personaggio di Musil, uno dei tanti de “L’uomo senza qualità”), bibliofilo, antichista, consulente editoriale, professore a Bologna, autore della serie di gialli detti del commissario Melis, nonché di ottime letture di Svevo, Bassani e altri, ha anche i titoli giusti, oltre che il taglio felice, per ricomporre il fascino del personaggio. Limitandosi a riscrivere le testimonianze dei familiari, collaboratori e opinionisti e giornalisti dell’epoca. Con un omaggio insistito alla figura della Bibliotecaria, naturalmente a quella di JPM, che era bellissima, oltre che organizzatrice eccellente della famosa biblioteca del magnate, e abilissima acquirente – una dedica?
Attinto da un male ignoto in
Egitto, JPM morì a Roma dove si era trasferito per curarsi meglio, allora, nel
1913, una delle capitali del mondo. Con molti antiquari anche capaci, e a loro
modo onesti – la passione antiquaria è sempre un po’ invereconda, come un
orgasmo smodato, per il quale si spendono cifre impensabili.
Hans Tuzzi, Morte
di un magnate americano, Skira, pp. 171 € 15
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