Amore - È musica per il dolce
Erasmo. è musica. Che non fu sposo e forse nemmeno
innamorato, ma se n’intendeva, figlio di un seminarista e una ragazza senza
famiglia.
Astinenza – È il fatto della liberazione più che della
repressione. Si diventa astinenti, e anzi disappetenti, in regime di liberazione:
etica, politica, sessuale.
Bugia – Una lieve può pesare
più di una pesante. Un incontro al bar con un amico per una chiacchiera fatto
passare per una commissione pesa più di un convegno d’amore segreto. Il fatto
pesante giustifica la bugia. Altrimenti essa è effettivamente bugiarda, una
falsa pista disseminata non per un motivo preciso ma per alzare una parete,
tenersi al riparo dall’intrusione, dalla semplice attenzione, degli altri. Degli
amici e gli amati più che di ogni altro.
Corpo – Soffre nella liberazione più che nella
repressione, a giudicare dai fatti storici: fantasticato, elogiato, desiderato
quando era proibito, circoscritto e condannato da quando è libero.
Anche
come fatto culturale: cancellato dalla morale puritana, intesa come morale
coerente, blandito e anzi vissuto da
una morale restrittiva, ma solo teoricamente. Succede così nell’arco di una
vita, di metà di una vita, venti-trent’anni, di passare dal contatto libero dei
corpi, anche solo in segno di amicizia o di complicità, il linguaggio dei corpi
è molto comunicativo, e dall’ironia sul “niente sesso siamo puritani”,
sull’obbrobrio dell’abbraccio tra uomini se non come segno di omosessualità, e
perfino della stretta di mano, della carezza, del buffetto, dello sfioramento
anche casuale, all’accettazione piena dello stesso pregiudizio. Lo scandalo è
ora il contatto fra i corpi che la vecchia morale compromissoria accettava e
anzi blandiva.
Il
pregiudizio si estende anche all’azione terapeutica del contatto fisico. Si è
sempre detto dei bambini che hanno bisogno del contatto fisico, di mantenerlo
in qualche modo dato che la loro gestazione è stata lunga in corpore, ora si vuole il contrario. Più coppie di genitori hanno
promosso un astioso processo a Roma a un’educatrice per l’infanzia che
abbracciava i loro figli alla scuola materna (3-5 anni). La psicologa
dell’infanzia Oliverio Ferraris sostiene che “non c’è alcun bisogno di baci e
abbracci intesi per tranquillizzare i bambini”. Anzi, l’abbraccio e il bacio possono
essere intesi dal bambino, secondo la psicologa, come intrusioni. Nella causa
ormai decennale contro l’educatrice romana, arrivata al terzo grado di
giudizio, con dispendio quindi di tempo e di soldi, le coppie di genitori
sottintendono nelle sue effusioni segni di perversione.
Esistenzialismo - L’esistente che non è, si
fatica a pensarlo pensiero filosofico. L’ateo che dice che Dio non è, mentre c’è.
O Marx che dice che il capitale non è, mentre c’è. E viceversa, il capitale che
dice che il marxismo non è, il che è già più vero, adesso ce n’è poco, ma
insomma c’è. O Heidegger, per il quale, dietro i ghirigori e lo sciamanesimo,
niente è e niente c’è.
Ma c’è, ironicamente, seppure non sia pensiero filosofico. Nasce in un luogo e in tempo
preciso, quello della Riforma in Germania, a opera di un personaggio preciso,
Lutero. Ma in un ambito di pensiero già tracciato, biblico o semitico.
Freud – “Che idee balorde”, dice lo scrittore Berto,
patito di psicoanalisi, a un certo punto di “Anonimo Veneziano”, “nemmeno a
Freud devono essere venute in mente”. Lapsus? È la circolarità del freudismo,
il paradosso di Epimenide cretese.
Gelosia – È violenza?
I gelosi, ha stabilito Galeno, passano dal
sospetto all’odio, dall’odio al delirio, e da questo all’assassinio, non al
suicidio.
La gelosia esiste, si sa. E viene, si dice, con
l’amore. L’amore di sé esclusivo, feroce. Ma è ferale pure l’indifferenza
I potenti evitano le gelosie tramite le opere
liturgiche. Alcibiade
lo spiega in Tucidide nel discorso agli ateniesi.
S’intende
del rapporto d’amore, e nell’amore in quello di coppia e non in quello
parentale, o filiale. Si dà di tutte le passioni mane, ma s’intende di quelle
di coppia. Che non si tiene se manca la connivenza. O al contrario
appunto il ricatto della gelosia, grumo delle passioni nere, distruttrici e
vivificanti. Senza le quali la possibilità illimitata di rapporti intimi cozza
col pudore.
A meno di non tornare al coniugio antico, di
Demostene: “Abbiamo etère per il piacere, concubine per le esigenze quotidiane,
e mogli per darci figli legittimi e curare la casa”. Che non è male. Neanche
per le mogli. Il diritto romano prevedeva il prestito della moglie, se lei s’invaghiva di qualcuno e
questi la richiedeva.
Morte – Il discorso sulla morte è la paura della
morte. Del dolore che spesso le si accompagna. Fisico o anche solo psichico. Di
non aver fatto o non poter fare con soddisfazione quello che forse si
desiderava e non si è saputo o potuto fare. Oppure, indistintamente, di dover
abbandonare la gioia, comunque, di vivere – le parentele, le amicizie, è qui il
senso della famiglia e del lutto. Anche i discorsi di saggezza sulla morte –
sulla verità della vita – sono autoconsolatori, esercitazione psicoanalitica.
Altrimenti la morte è ordinaria, come uscire di casa la mattina. Anche per le
persone più vicine, i parenti e gli amici.
O è
eccezionale? Allora, la vita lo è.
Perversione – Si soggettiva sempre più – come ogni altra
esperienza reale. Specie quelle a carattere sessuale. E tra esse quelle sui
bambini – il diritto tende a escluderla tra adulti. Specie tra i genitori nei
confronti dei bambini, dei loro bambini. Una forma di paura, irrelata ai fatti
reali.
Realismo – Si ripropone mentre una soggettivizzazione
radicale investe l’esistente – in reazione a essa? Si procede per l’immaginazione
del reale, in tutte le sue sfaccettature. E più in quelle del male, che si vede
in ogni manifestazione. Una soggettivizzazione, quindi, come tale portata dalla
depressione che sempre si accompagna alla decadenza. O anche alla soggetivizzazione
di ogni evento che la psicoanalisi teorizza.
Serve alla verità. Bisogna essere per la
“morale della storia”, come volevano i “Quaderni piacentini”, solo perché la
storia approdi a negare se stessa: le guerre, i massacri e i processi. E,
bisogna aggiungere, le sciocchezze.
Nessun commento:
Posta un commento