Per la festa domani sera del Nowruz, il Capodanno
iraniano, Bijan ha apparecchiato da qualche giorno un tavolinetto con le
offerte beneauguranti – quelle che la cristianità ha adottato per sepolcri del
Giovedì Santo: germogli di grano, spezie, fiori, frutta (mele, datteri, vino
bianco in mancanza dell’uva), turchesi. A Monaco, dice, tutti entrando gli
chiedevano cos’era. A Roma nessuno.
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