“Nel 2010 l’autorevole «Il Sole 24 Ore» si chiede quanto sono «migliorate» le amministrazioni regionali nel decennio precedente”. Analizza una quarantina di indicatori, in otto ambiti, ai quali assegna un punteggio. Ma un punteggio diversificato: ”Per ogni ambito, 3 punti per le regioni che partono sopra la media italiana e migliorano; ma solo 1,5 punti alle regioni che migliorano partendo da sotto la media”. Bizzarro sistema, commenta l’economista Gianfranco Viesti: “Chissà perché chi sta peggio e migliora merita meno punti di chi sta meglio e migliora. Viene giustamente tolto un punto a chi sta sotto la media e peggiora; ma ne viene dato uno a chi sta sopra la media e peggiora”.
Strano. Anche se la classifica già dà una spiegazione: Lazio 17 punti; Lombardia e Veneto 16; Trentino, Liguria, Emilia e Marche 12; Friuli e Toscana 10,5; Valle d’Aosta e Piemonte 8,5; Abruzzo 8; Basilicata e Molise 7,5; Campania 7; Umbria 6,5; Puglia e Sicilia 4; Calabria 2, Sardegna – 1. Il Nord va bene e il Sud è sempre sciagurato – c’era da dubitarne?
Non si parla del libro di Viesti, “«Il Sud vive sulle spalle dell’Italia che produce» Falso!”, ottimo da tutti i punti di vista, anche del Nord, forse per un motivo: i conti falsi del “Sole 24 Ore”. Che l’economista smonta con gli stessi parametri del quotidiano, ma con un giudizio unitario. Attribuendo infatti 1 punto a ogni ambito migliorato, e togliendolo se peggiorato, “la classifica che ne scaturisce è la seguente: Lazio e Campania 4 punti; Liguria 3; Basilicata e Molise 2; Sicilia 1; Abruzzo, Puglia e Calabria 0; Trentino e Valle d’Aosta – 1; Lombardia e Veneto – 2; Friuli e Sardegna – 3; Umbria, Piemonte, Toscana, Marche e Emilia – 4”.
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