domenica 14 aprile 2013

La morte di un giudice

Si suicida (“buona morte” assistita in Svizzera) il giudice Pietro D’Amico, accusato da De Magistris a Catanzaro di avere divulgato segreti d’ufficio e assolto due anni fa dal giudice istruttore - insieme con gli altri giudici di Catanzaro e un carabiniere: erano stati accusati dal giudice napoletano “con prove evidenti”. D’Amico aveva lasciato la magistratura dopo l’assoluzione. Ma non era sfuggito alla depressione – i suoi “amici” svizzeri dicono che ha voluto morire per questo. Anche se evidentemente di una specie particolare, poiché non gli aveva impedito di fare in macchina un giorno di viaggio da Vibo Valentia a San Gallo, e di superare a San Gallo gli esami degli “esperti” della buona morte, medici e psicologi.
Le cronache nazionali riportano il fatto, per molti aspetti “sensazionale”, solo dopoche la “Gazzetta del Sud” ne ha dato notizia. E si limitano a sintetizzare la “Gazzetta”. Niente inviati speciali per l’occasione, malgrado la straordinarietà del caso.
Le cronache di “Repubblica” e del “Corriere della sera”, seppure ricalcate sulla “Gazzetta del Sud”, omettono il nome di De Magistris. L’associazione mafiosa è con De Magistris o con la “giustizia”?

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