Si suicida (“buona morte” assistita in
Svizzera) il giudice Pietro D’Amico, accusato da De Magistris a Catanzaro di
avere divulgato segreti d’ufficio e assolto due anni fa dal giudice istruttore - insieme con gli altri
giudici di Catanzaro e un carabiniere: erano stati accusati dal giudice napoletano “con
prove evidenti”. D’Amico aveva lasciato la magistratura dopo l’assoluzione. Ma
non era sfuggito alla depressione – i suoi “amici” svizzeri dicono che ha
voluto morire per questo. Anche se evidentemente
di una specie particolare, poiché non gli aveva impedito di fare in macchina un
giorno di viaggio da Vibo Valentia a San Gallo, e di superare a San Gallo gli
esami degli “esperti” della buona morte, medici e psicologi.
Le cronache nazionali riportano il fatto, per
molti aspetti “sensazionale”, solo dopoche la “Gazzetta del Sud” ne ha
dato notizia. E si limitano a sintetizzare la “Gazzetta”. Niente inviati
speciali per l’occasione, malgrado la straordinarietà del caso.
Le cronache di “Repubblica” e del “Corriere
della sera”, seppure ricalcate sulla “Gazzetta del Sud”,
omettono il nome di De Magistris. L’associazione mafiosa è con De Magistris o
con la “giustizia”?
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