domenica 28 aprile 2013

L’illusione di dare la colpa al Sud


La regione con meno dipendenti pubblici rispetto alla popolazione? La Puglia. Quella col rapporto più alto? La Liguria. Il Sud evade le tasse? “Il gettito fiscale raccolto in Veneto (è) una percentuale del reddito regionale inferiore rispetto a Puglia e Campania, pur essendo il reddito pro capite  quasi il doppio”. E le addizionali locali? “Il quadro è molto diverso da caso a caso, ma la componente ‘locale’ della tassazione non è inferiore al Sud, anzi in molti casi è superiore”., E di questo ora abbiamo le cifre, della Cgia di Mestre, Veneto quindi: in Calabria sono tre volte la media nazionale.
Altri esempi? “I cittadini del Nord «trasferiscono» ai cittadini del resto del Paese (non solo del Sud, ma anche di alcune regioni del Centro) un «residuo fiscale» notevole, di circa55 miliardi”. Ma “che ne fanno i cittadini del Sud di questo trasferimento? Comprano beni e servizi dal Nord. Il Sud (Centro quindi escluso, n.d.r.) «importa» dall’esterno, al netto di quanto esporta, beni e servizi per oltre 70 miliardi”. Senza contare l’emigrazione, di personale già formatoa: “Le famiglie di origine sopportano tutti  costi e le imprese di destinazione godono di tutti i vantaggi dell’avere capitale umano qualificato”. Questa “contabilità meschina” Viesti si diverte infine a smontarla con una argomento che molto piace a Nord, la Germania über alles: “Come se, per la Germania, il vantaggio dell’Unione Europea fosse negli euro che vengono spesi nei fondi strutturali nei Länder dell’Est e non nelle enormi vendite della Volkswagen in tutt’Europa, favorite dall’euro e dal mercato unico; o dalla capacità – negli anni della crisi del debito sovrano – di finanziarsi a tassi d’interesse reali negativi”.
I luoghi comuni sono fatti per essere smontati. Viesti ne smonta i più vieti. Altri se ne potrebbero addurre, non c’è problema: qual è la città con più assenteismo al Comune? è Palermo? è Napoli? È Firenze. Più difficile è smontare il fondamento del pregiudizio. Al punto che, più spesso, uno si dice: chi ne se frega, credano quello che vogliono. Del resto, tutto il Sud è un luogo comune. Per primo per gli stessi meridionali, che sinceramente credono a tutti gli argomenti nordisti. E per la scienza politica. Una delle frasi fatte più trite è il “familismo amorale”, che un sociologo inglese oggi dimenticato, Banfield, coniò nel 1958 come “La base morale di una società arretrata” – è il titolo del saggio. “Chissà cosa avrebbe scritto l’autore di quel saggio a proposito della famiglia Bossi”, chiosa Viesti – o della famiglia Scajola, o dei “fratelli in Dio” di Comunione e Liberazione.
Viesti, economista, si applica a smontare uno degli “idòla” di Laterza con passione italiana, unitaria, civile, ancora  incombusta. Con singolare equilibrio. Il “teorema meridionale” sintetizza in una mezza paginetta – che dice più delle migliaia di pagine dell’antimeridionalista “Corriere della sera”. Con un’altra mezza paginetta smonta la Lega, la pretesa che “da soli” loro sarebbero più ricchi. Ma senza pregiudizio antitetico. Con l’esempio, per esempio, della riunificazione tedesca non molto tempo fa, un quarto di secolo che appare un’altra epoca, di “classi dirigenti di ben altro spessore rispetto a quelle di oggi”. Con un approccio semplice e incontestabile. Fatto per fatto, questione per questione, troppa spesa, troppi sprechi, troppa corruzione, Sud incorreggibile, Sud palla al piede, etc., inquadrando pianamente, con i dati reali e un minimo di razionalità, politica ma anche economica, di convenienze.
Non una lettura per i nordisti. Che però se ne gioverebbero. “Non esistono ricette  facili”, si sa, ma agitare il falso non è una - o affidarsi “a un venditore di illusioni”, di cui non si può fare colpa al Sud.
Gianfranco Viesti, “Il Sud vive sulle spalle dell’Italia che produce” FALSO!, Laterza, pp.95 € 9

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