Ateo
–
È chi si crede Dio.
Bene
–
È facilmente retorico – vuoto cioè. È sempre stato autogratificante. E
sentimentale, quindi irrazionale. È così che la sua conquista del mondo,
apparentemente facile e anzi obbligata (come non volere il bene?), è
contrastata o deviata – il bene che alimenta cattivi sentimenti.
Dio
Secondo
la nota proposizione di Kafka, si può parlare con Dio ma non di Dio. Anche per
la tradizione cristiana Dio è ineffabile. Ma si parla con Dio parlandone.
Etica
–
Non fa progressi, come trend storico e come sommatoria di casi particolari, e
spesso anzi regredisce. Se non è una branca della regione. Sono le coppie
bene\male, amore\odio, male assortite, a
tenerla in scacco. Nella vita politica, sociale, familiare, individuale,
e perfino nell’esame d coscienza.
Filosofie
–
Hanno tutte un pizzico di verità. Che perdono quando sono portate agli estremi
– sviluppate conseguentemente (logicamente). Peggio se erette a sistema:
diventano programmi e parole d’ordine. Si può dire che si sovrappongono alla
verità, sfruttando il bisogno di verità.
Consacrano l’orgoglio: il filosofo forse
più del condottiero presume di se stesso. Non c’è un “Guerra e pace” della
filosofia, un filosofo che come il generale di Tolstòj intristisca sulle sue
rovine.
Infinito
–
Non finito cioè, non delimitabile. Ma cominciato e non finito?
Matrimonio
–
Capita di leggere per caso in successione più testi sul matrimonio, romanzi,
racconti, pamphlet, saggi: tutti giocati sul destino individuale che il
matrimonio inevitabilmente conculca, anche contro le migliori intenzioni
cioè. Ma il matrimonio, se c’è, come atto libero, sia in costanza di rapporto
esclusivo che dentro affetti plurimi, è parte del destino, il bisogno in
qualche forma di una compagnia “propria”, esclusiva. Anche come stimolo (giustificazione) della misantropia,
del “destino” avverso.
Odio
- È
il più gigantesco Ersatz universale, diffuso,
prepotente: supplisce a tutto. Ma produce solo tristezza – altro odio.
Non accomuna, come hanno ritenuto
erroneamente alcune dottrine moderne, la Riforma, il marxismo: annichilisce
anche chi lo pratica. Un esercito di odiatori si abbatte subito – l’odio
dissolve chi lo pratica, lo riduce a uno scheletro che una brezza lieve
dissolve. Dopo magari infiniti lutti, è vero: l’odio va contrastato.
“Chi insegna che non la ragione, ma l’amore
sentimentale, deve governarci, apre la strada a coloro che governano con l’odio”.
Lo dice Popper, che non è citabile (a venticinque anni dalla caduta del Muro
Popper non è citabile, un caso di odio). Ma nei fatti è verificabile da ognuno:
non c’è ma stato tanto odio quanto in questi anni di buoni sentimenti. E presso
i buoni – ognuno può vederlo in Italia.
Gli altri si vergognano di odiare, i
buoni no.
Scienza
–
È fatalista, propendendo per l’eternità del mondo – anche se non riesce a
trovare la natura della materia.
È creazionista, che ancora cerca il Big
Bang.
È incerta.
Segnali – Sono parte cospicua del linguaggio, e dunque
della personalità. Da quelli “primitivi” (complessi) di carattere divino, che
lo sciamanesimo perpetua, a quelli “moderni”
(semplici, pratici), gli indicatori dell’automobile, i segnali stradali. È così che quando ne siamo privi, perché si è
perduto il libretto dell’automobile, o la segnaletica stradale è trascurata, ci
sentiamo indeboliti e incerti.
Alcune
macchine e procedure – le centrali elettriche, una pratica con lo Stato – hanno
segali talmente complessi che richiedono lo specialista (interprete). Allo
stesso modo operano i segali quando sono in eccesso, scadendo nell’insignificanza,
eccetto che per lo specialista. Succede nell’automobile, per esempio, che il
cruscotto sia ora pieno, a fini commerciali, di spie o segnali di cui è quasi d’obbligo
trascurare il significato – ma che potranno essere utili al meccanico. O l’informatica,
la cui velocità di ricambio, di strumenti e procedure, talvolta anche dei
codici di base, tende a indurre all’afasia
Come agitazione che cancella il tempo. O come una moderna burocrazia, nel nome
cioè del mercato e dell’innovazione.
zeulig@antiit.eu
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