martedì 23 aprile 2013

Torre di saggezza

“Il cielo di Montaigne, le sue coordinate”, così Armando Torno in una nota che introduce la raccolta, dove fa rivivere per il lettore i luoghi di Montaigne. La torre dove si ritirava per scrivere, solitario, è l’unica parte residua del castello, andato distrutto in un incendio. Con le 57 massime che aveva fatto incidere sulle travi del soffitto, tratte prevalentemente dall’“Ecclesiaste” e da Sesto Empirico, ora visibili dopo il restauro e qui riproposte (in nota i luoghi in cui le citazioni sono riutilizzate nei “Saggi”).
Dai classici, ricorda Torno, con i quali viveva e da cui voleva liberarsi, Montaigne “ricavava la saggezza per sopportare gli uomini, per evitare le loro infinite cattiverie, per sfuggire ai lacci delle istituzioni”. Stimolo alle “bombe piene d’intelligenza”, e di bonario scetticismo, che lancia sull’umanità. Parafrastico il più dei casi - molte delle citazioni non trovano riscontro negli originali. Si direbbe della sua propria saggezza, che Montaigne, per modestia più che per autorevolezza, riveste di panni altrui.
Scettico, Montaigne. Ma in una delle forzature dell’“Ecclesiaste”, “Dio ha dato all’uomo il desiderio di conoscenza per torturarlo”, dà la prova maestra.
Michel de Montaigne, La torre di Montaigne, La Vita Felice, pp. 55 € 6,50

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