Gli aneddoti non mancano. I più
lusinghieri sul presidente Einaudi. Sul dimenticato Andy Young, l’ambasciatore
del presidente americano Carter all’Onu, il primo nero con una posizione
ufficiale negli Usa, l’unica personalità viva di anni scuri. Sulla senatrice
Merlin antidivorzista. Su come “figliano” i ministeri: “Agli inizi (1944) i
ministeri furono diciotto perché i partiti del Comitato di Liberazione erano
sei e ne assegnarono tre per ciascuno. Così dal ministero delle Comunicazioni
nacquero – ostetrico Ivanoe Bonomi – le Poste, i Trasporti e la Marina Mercantile.
Fui presente al singolare parto”. Sull’obbligo massonico dei presidenti Usa, e
su Nixon - “Nixon non lo era”, non era massone. Papa Woytiła che non ama i compleanni. O che,
promosso da arcivescovo di Cracovia papa di Roma, proprio nella capitale della
cristianità trova “la chiesa del silenzio”. Emma Bonino, “per metà la Vispa
Teresa, per l’altra metà Giovanna d’Arco”, trentacinque anni fa. Helmut Schmidt
che nella sua casa di Amburgo spiega in dettaglio Marco Aurelio al senatore in
visita, che dell’imperatore sapeva giusto della statua a cavallo al Campidoglio.
Irrispettoso con le Scritture, Salomone per esempio, col suo balordo giudizio,
o i “Proverbi”, che giungono a fare “quasi l’elogio delle A.A.A.” (“Perché se
la meretrice si contenta di un tozzo di
pane, la maritata dà la caccia a una vita ricca”).
Ma più che l’aneddotica s’impone la
cifra, svelta, sapida. Spiegata nelle sue virtù in due paginette d’introduzione
che sono una poetica, non presuntuosa naturalmente, ma nemmeno avventata.
Giulio Andreotti, Il potere logora, Bur, pp. 191 € 7
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