giovedì 23 maggio 2013

Andreotti scrittore

In attesa del romanzo postumo allora annunciato, questa ristampa del 1990 è l’unico Andreotti in libreria. Una auto-antologia, perciò lusinghiera, delle proprie fasi celebri, ma quasi quasi dà un’altra caratura al già camaleontesco personaggio, quella di scrittore. Una non tanto segreta ambizione. Fino a giocare con se stesso: la frase più celebre, quella del titolo, gli fa piacere che sia messa in bocca nel 1989, dal commediografo francese Brisville, “La cena”, a Fouché.
Gli aneddoti non mancano. I più lusinghieri sul presidente Einaudi. Sul dimenticato Andy Young, l’ambasciatore del presidente americano Carter all’Onu, il primo nero con una posizione ufficiale negli Usa, l’unica personalità viva di anni scuri. Sulla senatrice Merlin antidivorzista. Su come “figliano” i ministeri: “Agli inizi (1944) i ministeri furono diciotto perché i partiti del Comitato di Liberazione erano sei e ne assegnarono tre per ciascuno. Così dal ministero delle Comunicazioni nacquero – ostetrico Ivanoe Bonomi – le Poste, i Trasporti e la Marina Mercantile. Fui presente al singolare parto”. Sull’obbligo massonico dei presidenti Usa, e su Nixon - “Nixon non lo era”, non era massone. Papa Woytiła che non ama i compleanni. O che, promosso da arcivescovo di Cracovia papa di Roma, proprio nella capitale della cristianità trova “la chiesa del silenzio”. Emma Bonino, “per metà la Vispa Teresa, per l’altra metà Giovanna d’Arco”, trentacinque anni fa. Helmut Schmidt che nella sua casa di Amburgo spiega in dettaglio Marco Aurelio al senatore in visita, che dell’imperatore sapeva giusto della statua a cavallo al Campidoglio. Irrispettoso con le Scritture, Salomone per esempio, col suo balordo giudizio, o i “Proverbi”, che giungono a fare “quasi l’elogio delle A.A.A.” (“Perché se la meretrice si contenta di un  tozzo di pane, la maritata dà la caccia a una vita ricca”).
Ma più che l’aneddotica s’impone la cifra, svelta, sapida. Spiegata nelle sue virtù in due paginette d’introduzione che sono una poetica, non presuntuosa naturalmente, ma nemmeno avventata.
Giulio Andreotti, Il potere logora, Bur, pp. 191 € 7

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