Carlo Bellavite Pellegrini, Un storia italiana, Il Mulino, pp. 562 € 38
mercoledì 22 maggio 2013
Bazoli santo subito
Singolare monumento al vivente Giovanni Bazoli, da sovietico culto del capo, o della tradizione agiografica, canonica. Mancano i segni della predestinazione da fanciullo, il resto c’è tutto, col nimbo sempre vaporoso d’incenso. Bazoli è Cuccia – di cui era nemico. E Ciampi – che purtroppo concede all’agiografia i suoi diari 1982-99 (lascia purtroppo senza fiato Ciampi che discute a casa di Scalfari della “sistemazione” della Rizzoli-Corriere della sera). Cioè Ciampi e Cuccia sono Bazoli. E Agnelli, quasi. Mentre sono cancellati i nemici di cui Bazoli ha avuto ragione, ancora in vita. Fazio soprattutto, e poi Profumo, Geronzi, Tremonti. Bazoli si rifiuta alla politica con Andreatta nel 1999. Mentre si sa che si voleva candidato al posto di Prodi nel 2006. Ma neanche questo interessa. Un contributo tutto erroneo, quanto voluminoso, alla storia della banca negli ultimi trent’anni. E forse una cattiva azione.
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