domenica 12 maggio 2013

I fasciocomunisti – 2

Immaginiamo che 5 Stelle avesse avuto il 30 per cento del voto il 24 febbraio, una x più degli altri. Con la maggioranza quindi in Parlamento. Chi avrebbe costituito il governo? Grillo probabilmente, sarebbe toccato a lui. E come avrebbe governato? D’autorità, con la museruola: a piacere di Grillo cioè, senza alcuna autonomia per il “suo” partito, senza altro modo di decidere e nemmeno di esprimersi, se non le veline del Capo. Via blog, certo, perché no. E in regime di libertà di pensiero, certo, che c’è anche, bisogna ricordarlo, in Venezuela, in Russia e in Cina, i media possono farsi la concorrenza.
Grillo non ha vinto le elezioni. Ma il modo come governa il suo partito e i suoi rappresentanti al Parlamento non lascia dubbi. Solo in un’opinione pubblica sgangherata (furba?) come quella italiana la cosa non si dice. – non si dice questa come le tante altre “cose” incontestabili della cronaca e dell’analisi politica. Il modo di comunicare di Grillo è esplicito: non formula opinioni e non chiede pareri, ma dà direttive, anche in forma di slogan. Non vuole dibattiti. E gestisce consultazioni (“primarie”) in forma di sondaggi addomesticati. La sua comunicazione è sempre e solo di propaganda.
Il caciquismo di Grillo
Con Grillo anche internet mostra una sua intrinseca perversione. Non imputabile al mezzo, che è neutro. Per ciò stesso, però, pervertibile: i totalitarismi del Novecento hanno ampiamente capitalizzato sui media, la propaganda (il sovietismo tuttora, benché sia morto, per l’efficacia ritardata nel tempo della pubblicistica cominternistica).
La cosa va ripetuta perché internet ha generato un equivoco: che il mezzo fosse democratico. Mentre in ogni sua espressione, dai forum a twitter e allo stesso facebook, non lo è. È manovrabile, e tanto meglio in quanto si presenta democratico, avendo cioè eliminato ogni difesa. L’egualitarismo di facciata è fortissimo, il caciquismo di Grillo non ne è nemmeno l’espressione peggiore.
Ora, non si può dire internet fasciocomunista. Ma è pur sempre un altoparlante. Goebbels teorizzava il Terzo Reich all’inizio come una “anarchia autoritaria”. Mentre - si sa ormai da tanti studi, De Felice, Nolte - perfino Mussolini, perfino Hitler si inscrivevano nell’“eterna sinistra”, a loro modo impegnati, attenti alle esigenze delle masse, anche intelligenti  – finché la guerra e il razzismo non li scoprirono.

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