La
disoccupazione giovanile, dei 25-34nni, nei paesi industriali, non vedrebbe al
primo posto l’Italia. Nel 2011, l’anno più recente per il quale esistono
statistiche comparabili, il record spettava agli Usa, con il 26,6 per cento
della forza lavoro totale per quelle classi di età, mentre l’Europa seguiva a
distanza, con un 22,6 per cento in media. Con un incremento abnorme rispetto a
dodici anni prima: nel 2000 gli Usa avevano il record dell’occupazione
giovanile tra i paesi Ocse. Benché, negli stessi anni, i giovani 25-34nni abbiano
relativamente peggiorato le loro retribuzioni medie, sempre secondo il
dipartimento del Lavoro.
I
25-34nni sono la sola classe d’età che ha peggiorato occupazione e retribuzioni
nel dodicennio. Ma il segno è ritenuto preoccupante: l’indizio che la
globalizzazione comincia a incidere anche sulle lavorazioni “intermedie”, di
qualità e tecnologia medio-medio alte. La Cina,
che è metà del mercato globale, si sta riposizionando rapidamente, nelle
produzioni e nelle acquisizioni, di tecnologie, marchi, mercati.
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