sabato 18 maggio 2013

L’Italia fuori dal mercato globale

Trentamila giovani italiani di nuova residenza in Germania, iscritti negli ultimi due anni, probabilmente il doppio includendo chi non ha (ancora) optato per l’iscrizione all’anagrafe tedesca, è una cifra elevata? Lo è. è anzi un caso unico fra i paesi industrializzati, trattandosi di emigrati giovani con titolo di studio. Punta visibile dell’iceberg disoccupazione-inoccupazione giovanile dei trentenni. Di cui la disoccupazione-inoccupazione intellettuale è un terzo, una percentuale elevatissima.

Gli Usa, che pure avrebbero il record della disoccupazione giovanile, hanno praticamente la piena occupazione fra i giovani “graduate” – i disoccupati i questa categoria sono fisiologici, non più del 3 per cento. L’Italia d’altra parte non ha un numero eccessivo di diplomati e laureati, ne ha anzi in proporzione inferiore a quelle dei maggiori paesi europei. L’alto numero di inoccupati diplomati è ritenuto indice della mancata specializzazione dell’Italia nella globalizzazione, per difetto di investimenti e\o di opportunità. I paesi industriali avanzati si sono ricollocati nel mercato globale puntando sui servizi qualificati e le produzione medio alte, per qualità e tecnologia.


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