venerdì 31 maggio 2013

Le origini della decadenza in edicola

Ritorna, ritradotto dopo sessant’anni, il vangelo dell’estetismo eccessivo, esagerato, prima di Wilde o D’Annunzio. Di uno scrittore  e critico d’arte che ne sapeva il senso vero – l’impiegato pubblico Huysmans passerà gli ultimi anni tra i monasteri. Huysmans, che lo pubblicò nel 1884, forse non era praticante dei riti che magnifica, ma ne sapeva il senso riposto, della vita che si vuol far vivere. Zoliano pentito – “nessuno capiva l’animo meno die naturalisti che si proponevano di osservarlo”.
Ritradotto da Giovanna Coccetti, con introduzione di Agnese Silvestri, si presenta mirabilmente come una leggibile edizione critica, benché in edicola o per questo più apprezzabile. Il suo Des Esseintes, che vive tutti gli eccessi immaginabili, non è più corrosivo. Forse non è nemmeno una pietra di fondazione: Agnese Silvestri gli ricostituisce in poche righe una corposissima quanto evidente genealogia immediata, fino al contemporaneo Verlaine dei “poeti maledetti”, anche loro del 1884. Ma resta ancora personaggio eponimo, di una immensa letteratura, decadente, simbolista, mallarmeana, e onirica, realista, mistica. All’insegna dell’artificio dichiarato. Come lo stesso Huysmans avverte nella prefazione scritta vent’anni dopo la pubblicazione, e nell’avvertenza, qui entrambe proposte.  
Joris-Karl Huysmans, Controcorrente, L’Espresso, pp. XXXIII + 214  € 2,90

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