L’Eni produce anche una quantità infine ragguardevole
di idrocarburi. Tra petrolio e gas raggiungerà fra due anni i due milioni e
mezzo di barili giorno, pari a 125 milioni di tonnellate annue tep, di “petrolio
equivalente”. Di che coprire ampiamente le importazioni italiane. Ma l’Eni non
ha più questa funzione, di garantire gli approvvigionamenti.
La trasformazione in finanziaria si fa in fase di
caro-petrolio. Per l’Eni negli ultimi due anni come già per Bp e Shele dopo la
crisi petrolifera del 18973, e più dopo quella del 1978. Il 90 per cento degli
utili viene dal caro-petrolio, dal settore produzione, che in termini di
investimenti prende invece solo il 54 per cento del totale. L’Eni come tutti
cavalca l’aumento dei prezzi, senza più alcuna funzione calmieratrice.
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