Una generazione di italiani, quasi due, ha vissuto nel
compromesso storico. Non detto ma operante. Al Quirinale, nelle Procure, nei
giornali, negli affari, immobiliari e finanziari. Come partito affidabile, che
fa quello per cui s’impegna. Mentre se è all’opposizione sa impedire una
semplice imbiancatura: un sistema di potere ferreo.
Il primo governo delle larghe intese, per quanto
obbligato, potrebbe liberarli. Liberando anche il Pd – o quello che sarà. Già
da un paio d’ani la “mobbilitazzione” non è più automatica. Mentre Brunetta, Sacconi,
lo stesso Tremonti, stanno meglio a sinistra che a destra, con Scajola, Casini,
Fini, e altrettali. Amato potrebbe essere sdoganato anche nelle sezioni e nelle
redazioni (ex) Pci.
Nel compromesso storico che aveva divisato, l’ex Pci
si è suicidato, precludendosi la politica. E riperimetrandosi ogni poco in nome
di un’ortodossia che non sa qual è. Anticraxiana, si direbbe. Ma non sanno
perché. “Craxiano”, più incitatorio che fascista, o berlusconiano, è come il
fazzoletto rosso per il toro.
E questo il compromesso è: riflessi condizionati e
parole d’ordine. Le masse ex comuniste mugghiano come mandrie accecate,.facili
da portare qua e là verso burroni impraticabili. Da un qualsiasi Grillo, nonché
da un Casini. La faziosità è vero che acceca. Ma ora, prima di rompersi le
gambe dietro le Bindi, potrebbero aprire gli occhi.
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