Il Procuratore
di Roma Pignatone dispone n’indagine subito dopo che la presidente della Camera
Boldrini denuncia offese e turpiloquio al suo indirizzo su internet. Lo stesso
giorno, dopo qualche ora, apre un’indagine sulla violazione della posta dei
parlamentari 5 Stelle, in corso da un settimana. Che non è un’offesa ma un vero
e proprio delitto. Firmato “Pd”.
La firma dei
pirati postali sarà falsa, ma il Procuratore non ci aveva nemmeno pensato.
Fedele alla “linea”? Perduto nella giungla?
“Separarsi costa
e di questi tempi è proibitivo”, dice Antonella Baccàro, senza ironia. Delle “coppie
scopiate” che restano insieme in questo 2013. Delle coppie “aperte”, cioè non
sposate. Perché non sanno rinunciare all’avidità?
La copia di fato si privilegia rispetto al matrimonio per essere più “autentica”. Ma questo non esclude le liti giudiziarie e gli “alimenti”.
La copia di fato si privilegia rispetto al matrimonio per essere più “autentica”. Ma questo non esclude le liti giudiziarie e gli “alimenti”.
Il Capo
Economista dell’Ocse, Padoan, dice che l’Italia se la passa male. Non è una
novità, lo dice per dire che non si possono ridurre le tasse. Il ministro
dell’Economia Saccomanni dice che “le stime del’Ocse non hanno rilievo”.
Padoan pensava
di essere lui il ministro. Ma questo, che è la vera notizia, nessuno lo dice al
lettore-ascoltatore. E l’Ocse, che cos’è?
Il governo Letta
è ancora in votazione al Senato e Floris registra un “Ballarò” che è un attacco
radicale al governo steso. Con cifre, schemi, argomentazioni di “esperti”, lazzi
comici, battutine. Non è giornalismo e
non è spettacolo, è proprio un attacco, lungo due ore e mezza, al governo
appena insediato. Dalla Rai.
L’unico
misurato, pur nella prosopopea, è Luciano Canfora, inveterato stalinista.
Da D’Alema a
Dario Fo si sprecano, sul web e in tv, le battute su”difetto fisico”, si
sarebbe detto una volta, di Brunetta. Tutto molto progressista. Non è
inventata, è vera.
Presentando Enrico Letta Napolitano ha osservato: “È
un politico giovane, per gli standard
italiani”. Senza ironia forse, ma con evidente understatement. Il governo ha un’età media di 53 anni. La gioventù
arriva ora fino alla vecchiaia? Non passa più per la maturità.
Si fa la mostra
a Roma di vecchie foto di Marco Delogu, delle tante teste di imperatori e
maggiorenti romani dei Musei Capitolini, di anni, si dice nella presentazione,
in cui Roma non era la città multietnica di oggi. In effetti, nel 1989 c’erano
di immigrati solo i filippini, non erano ancora arrivati i polacchi, avanguardie
di mezza Europa, né c’era il (facile) rifugio politico per i tanti asiatici e
africani. Ma Roma antica era multietnica, gli imperatori stessi lo erano. La
faccia dell’imperatore Filippo è Zidane giovane – forse per questo era detto “l’Arabo”.
Si sono fatte
tante cerimonie, con molte rievocazioni, della morte di Franco Califano. Senza
ricordare i due fatti che ne segnarono la vita – e probabilmente la morte
precoce: due carcerazioni di un anno, dodici mesi ciascuna, senza condanna, per
droga. Una in concomitanza con l’arresto di Walter Chiari, e una in concomitanza
con quello di Enzo Tortora. Due vittime, una anche in senso tecnico, giuridico,
della giustizia “eccellente”. Ma non
bastavano, ci voleva anche Califano.
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