giovedì 16 maggio 2013

Quando l’Italia (non) cacciò gli intercettatori

Immaginiamo che in Italia ci sia una forte presenza di neri. È possibile, c’è già e cresce. E che un nero, giovane, magro, diventi capo del governo. È possibile anche questo, l’Italia è aperta a ogni soluzione: ha già votato Grillo – anche se Grillo non è più giovane né bello. È però certo che il presidente nero italiano, per quanto innovativo cioè e coraggioso, ovviamente democratico, non caccerà mai i suoi giudici o agenti delle tasse perché intercettano la destra, anche nel bagno, e la angariano – mentre perdonano  le malefatte piccole e grandi dei democratici in cui per caso si imbattono. Quello che ha fatto, “senza ambage”, l’analogo americano.
Si dice: l’Italia non è l’America. E perché no, anche lì c’è corruzione, ma fino a un certo punto. Si dice: la destra italiana è cialtrona. E che vuol dire, che bisogna angariare i cialtroni? Si dice: ma Obama reagisce perché altrimenti perde i voti. E in Italia, il partito Democratico non li perde, pagando le colpe dei suoi giudici sbirri, senza reagire? No, la differenza è l’onestà: ci sono alcuni che proprio non sanno concepire il valore dell’onestà. Dicono che è una cosa di destra, che conta l’immagine (la propaganda), e che tutti gli animali sono uguali ma alcuni sono più uguali degli altri.
Ci vorrebbe dunque un Orwell per esorcizzare l’Italia, quello degli animali? Ma l’Italia è un animale, una cosa viva?

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