lunedì 27 maggio 2013

Tutte verità, cioè nessuna

I cultori dell’“amico” Vargas hanno di che esilararsi: Fred non ha scritto un giallo ma un trattato di filosofia. Per sgonfiare alcuni secoli di filosofia. Analizzando, nientemeno, il “il senso della vita”, con un tour de force sul nulla – sull’idea stessa di trattato.
Ce n’è per tutti, anche per i contadini: “A ogni terreno i suoi prodotti”, d’impeccabile originalità, dopo il “concetto vitale” del “verme di terra”, il verme. Con gli accorgimenti del genere trattatistico: “Ci ritornerò su” e “Vedi sopra”. C’è l’amore, naturalmente, in tutte le sue forme grammaticali: “Come mancarlo”, “Come evitare di mancarlo”, “Come essere amati dall’essere amato”. Ci sono i figli, le sorelle, i nipoti, i viaggi, le vacanze, che più spesso non si fanno, e la guerra (“senza nemico l’individuo non sa più chi è”). Con problemi non facili: il “Principio dell’attesa”, l’“excretum”, che purtroppo è giornaliero, il “Principio dei contrari”. Alcuni concetti controversi: la pressione, l’ultimatum, il “Concetto di gambero”, il “Concetto del pitone”, il Rimprovero (sottocategoria: la solitudine compatta). E sicure perle di saggezza: “Perché la sabbia, più si stringe, più se ne va?” “Il mulino macina le sue proprie pietre”.
Un esercizio d’iperletteratura, al termine del quale, dopo le quasi cento pagine, non avete letto niente. Cioè, non avete incamerato niente. Del resto Fred non chiede niente, tre euro in francese, due caffè a Milano - in Italia costa quattro volte tanto ma non è colpa sua (l’originale ha anche un titolo diverso, “Piccolo trattato di tutte verità sull’esistenza”, garantite cioè).
Fred Vargas, Piccolo trattato sulle verità dell’esistenza, Einaudi, pp. 116 € 12

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