sabato 15 giugno 2013

Caselliani e grassiani in lotta a Palermo

Con perfidia presaga, Giorgio Mulé aveva scaricato già tre settimane fa online, dopo la condanna irrogatagli dalla giudice Interlandi, cosa aveva detto Messineo interrogato a Milano sulla sua causa penale per diffamazione. Dall’interrogatorio si arguisce che al Pubblico ministero “dottoressa Mentasti “ (la dottoressa si chiama Lorena, ma non ha nome), che evidentemente poi ha chiesto la condanna, la questione non interessa. Che alla giudice Interlandi interessa poco: ogni tanto si distrae e trova troppo lungo l’articolo di “Panorama”. Che Messineo conferma che non solo “Panorama”, ma anche “La Stampa” e “Repubblica” lo avevano trattato male. Ma soprattutto che il Csm lo aveva già scagionato di tutte le vicende di cui ora gli fa colpa. Si può cambiare opinione, ma chissà perché il Csm lo ha fatto alla (quasi) unanimità.
Buona parte dell’interrogatorio, soprattutto quello dell’avvocato Smuraglia che rappresentava lo stesso Messineo, riguarda la divisione alla Procura di Palermo fra “caselliani” e “grassiani”. Una faida, non c’è altra parola. Qualsiasi altro giudice ne sarebbe rimasto impressionato.

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