In appello Berlusconi è atteso dal presidente Giuseppe Tarantola.
E quindi è opportuno aprire un quadro d’assieme.
La Quarta Sezione Penale del Tribunale di Milano, nella quale
siedono i giudici anti-Berlusconi, Giulia Turri, Orsola De Cristofaro, Maria Teresa
Guadagnino, Monica Amicone, ha ora a presidente Oscar Magi, ed è specializzata
nei reati contro la Pubblica Amministrazione e l’Amministrazione della
Giustizia. In realtà si pronuncia su tutto quanto concerne Berlusconi, su
disposizione della presidente Livia Pomodoro, l’ex capo di gabinetto di Martelli
al ministero della Giustizia al tempo di Mani Pulite. Con peculiari concezioni
del diritto, che Magi, laico ferrigno, ha esternato al “Corriere della sera”
Magi, per capirsi, è quello che ha condannato Berlusconi per aver diffuso il compiacimentodi Fassino con Corsorte - abbiamo una banca - per mettere in difficoltà Fassino e il suo partito: è insomma un garante democratico. Ma tutti fanno parte dei “tarantolati”: è una sezione su cui non è
passata invano, seppure remota, l’ombra di Tarantola. Il giudice che nel 1994
condannò Cusani, specialista di tangenti, a una pena quasi doppia rispetto a quella
chiesta dall’accusa, sebbene l’imputato fosse pentito - un pentito vero: superesperto di finanza, la lasciò per il volontariato, in carcere e dopo. La lezione è
la stessa. Anche nel rispetto dei veri reati, contro la giustizia e la pubblica
amministrazione. Mai perseguiti – non c’è altro colpevole a Milano all’infuori
di Berlusconi, la Quarta Sezione lavora poco.
Tarantola è famoso anche per la condanna per diffamazione del politologo
Giorgio Galli, che aveva dato del “toga rossa” a un giudice. Il giudice
Tarantola e la manager Anna Maria, proprietari del digestivo Braulio, valtellinesi doc, sono praticanti di curia - il giudice condannò Cusani al doppio della pena perché si
professava socialista. Ma “toga rossa” è comunque un epiteto, e un epiteto, ha
sancito, ha sempre “valenza diffamatoria” e “certamente
denigratoria”.
Anna Maria si è segnalata per aver gestito la Vigilanza Banca d’Italia che
ha fatto fuori Fazio e la stessa Banca d’Italia. E poi, assunta alla presidenza
della Rai, per essere stata la vestale romana di Monti, del Partito-che-non-c’è
- allora, quattro mesi fa, poi non ci fu - malgrado l’ingente spiegamento di forze. A lei risalgono i controlli carenti sul Monte dei
Paschi di Siena. Sia sull’acquisto “incauto” di Antonveneta a prezzo fuori
mercato. Sia sulle obbligazioni remunerate al 10 per cento. Nel 2008, a crisi
bancaria già aperta. Sia sui derivati accesi per pagare quel 10 per cento.
Giuseppe Tarantola fu il presidente che affossò lo
scandalo Rcs.Corriere della sera, il più grave del dopoguerra, sul nascere nel
1994 -1.300 miliardi erano spariti per malversazioni accertate. Passato dopo Cusani dal penale al civile, approfittò di
un vecchio esposto in quella sede di un piccolo azionista contro la controllante
della casa editrice, la finanziaria Gemina, per archiviare la pratica. Il fatto
è così ricordato in G.Leuzzi, “Mediobanca Editore”, Edizioni Seam, p. 31 (un
libro clandestino e tuttavia letto, ancora leggibile): “«I
bilanci sono in regola», aveva sentenziato il giudice Gianfranco Gilardi, in
forza all’VIII Sezione del Tribunale di Milano, di cui è presidente Giuseppe
Tarantola, il giudice del processo Cusani che comminò pene più severe di quelle chieste dall’accusa.
Gilardi, magistrato impegnato, esperto di diritto societario – è autore di un «La responsabilità civile degli amministratori e dei
sindaci nelle società di capitali» - ha esaminato il caso con apparente svogliatezza: la
sentenza reca tra le date anche il 31 giugno”.
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