Contro chi rema Renzi? In questo momento contro
i suoi, la sinistra Dc. La sinistra della vecchia Dc, cioè. Non per mettere in
difficoltà il governo, ma per evitare le trappole che lo portarono alla
sconfitta contro Bersani. Questo è un Renzi che conosce bene i suoi polli.
È stato impossibile fare una Grande Coalizione
in Italia finora. E anche le formule che più le si sono avvicinate, il centro-sinistra
e poi il compromesso storico, sono state sempre periclitanti. Per un fatto che
non si analizza: il cuneo della sinistra Dc. Oggi impersonata da Rosy Bindi e
Zagrebelsky, ma attiva da sempre.
È la sinistra del Centro (se si semplifica la Dc
come Centro), che si ritiene esautorata, messa fuori ruolo, dagli accordi tra
grandi forze politiche più nettamente caratterizzate. Un a forza tipicamente di
contrasto, con una posizione di rendita cioè derivata dalla sua localizzazione
in uno spazio mediatore. Che salta se Destra e Sinistra s’incontrano
direttamente.
Le Rosy Bindi e gli Zagrebelsky sono gente
senza voti. Ma così è sempre stato per la sinistra Dc: gente senza voti ma
temibile. Grazie a uno schieramento di potere che ha sempre avuto dietro,
indichiarato ma subdolo. Oggi impersonato dalle banche, con il “Corriere della
sera”, e da De Benedetti, col suo gruppo L’Espresso-Repubblica. Lo schieramento
cioè del governo del non governo, del governo della crisi.
È in questa ottica che Renzi, che voleva
vincere le elezioni per fare la Grande Coalizione, oggi la critica. Non per far
cadere il governo Letta ma per mettere la museruola a questi minuscoli ma
temibilissimi avversari interni.
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