“Vedere le
persone presenti”, a ogni scena della Bibbia, “udire quello che dicono”. Vivere
i testi sacri, è questo il Dio di cui Ignazio di Loyola si professava soldato,
nelle specie del papa. Un combattimento di cui questi esercizi sono un
allenamento sul campo. Riportato “sul mercato” dal papa Francesco, è la sua
verità e la sua forza – il papa argentino è francescano d’abito, modesto cioè
all’apparenza, ma gesuita di formazione e carattere, in realtà un duro.
Il gesuita
moderno si distingueva, forse, per il casuismo – è la colpa che gliene fece il Sette-Ottocento.
Quello del fondatore è un combattente. Che ogni anno deve farsi lungamente, per
almeno tre giorni, l’esame di coscienza di una vita - porsi “avanti agli occhi stesa e spiegata la sua
vita,... scorrendola tutta pensatamente”.
Tra le
fonti della raccolta (Ignazio non scrisse nulla) Hugo Rahner mette la vita
propria del santo, per quanto avventurosa, anzi per questo. Altri gli influssi orientali, per quanto
improbabili – moreschi? via Francesco Saverio? Ma è indubbio da questi “esercizi”
che Ignazio è il santo della volontà, acquisitivo – dell’Occidente?
Ignazio di
Loyola, Esercizi spiritiuali
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