martedì 25 giugno 2013

La modestia del papa pugnace

“Vedere le persone presenti”, a ogni scena della Bibbia, “udire quello che dicono”. Vivere i testi sacri, è questo il Dio di cui Ignazio di Loyola si professava soldato, nelle specie del papa. Un combattimento di cui questi esercizi sono un allenamento sul campo. Riportato “sul mercato” dal papa Francesco, è la sua verità e la sua forza – il papa argentino è francescano d’abito, modesto cioè all’apparenza, ma gesuita di formazione e carattere, in realtà un duro.
Il gesuita moderno si distingueva, forse, per il casuismo – è la colpa che gliene fece il Sette-Ottocento. Quello del fondatore è un combattente. Che ogni anno deve farsi lungamente, per almeno tre giorni, l’esame di coscienza di una vita - porsi “avanti agli occhi stesa e spiegata la sua vita,... scorrendola tutta pensatamente”.
Tra le fonti della raccolta (Ignazio non scrisse nulla) Hugo Rahner mette la vita propria del santo, per quanto avventurosa, anzi per questo. Altri  gli influssi orientali, per quanto improbabili – moreschi? via Francesco Saverio? Ma è indubbio da questi “esercizi” che Ignazio è il santo della volontà, acquisitivo – dell’Occidente?
Ignazio di Loyola, Esercizi spiritiuali

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