martedì 25 giugno 2013

L’Europa asimmetrica di Angela Merkel

Il lavoro dei giovani con l’Italia, la banca con Cameron, la Robin Hood tax con Hollande – dopo Tremonti. Tanti accordi o intese bilaterali hanno sostituito, su impulso di Angela Merkel, l’unanimismo sui cui si basava storicamente l’Europa unita. Lo stesso fiscal compact, che esula dai trattati Ue e Euro, Merkel ha imposto bilateralmente, seppure tra 24 stati su 27. E intende procedere bilateralmente, con chi ci sta, allo scambio automatico delle informazioni bancarie.
È un esito del raddoppio della Ue, ora verso una trentina di membri, che rende difficile l’unanimità. E del bisogno di agire che la crisi impone. Ma anche del metodo cosiddetto “federativo”, in realtà asimmetrico, di Angela Merkel di esercitare l’egemonia: ogni problema si definisce in rapporto all’interesse della Germania.
Le intese bilaterali non erano escluse in passato. Ma si limitavano alle aree su cui la Ue non aveva competenza, per interdizione di questo o quel paese: la difesa, he la Francia no ha voluto integrata, e la politica estera, su preclusione britannica. Il metodo Merkel esprime e consolida la polarizzazione Ue sulla Germania. 

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